Le ultime ore hanno portato alla luce sviluppi significativi nell’indagine sul delitto di Garlasco, con nuove perquisizioni, accertamenti bancari su figure chiave della magistratura e tensioni crescenti tra avvocati e familiari. Un quadro giudiziario complesso che riapre interrogativi sul caso ancora irrisolto.
Nuove indagini e perquisizioni nella procura di Milano
La procura di Milano è stata teatro di nuove perquisizioni da parte della Guardia di Finanza, che ha interessato l’ufficio del PM Pietro Paolo Mazza, coinvolto in passato nell’indagine di Garlasco. Queste azioni fanno parte di un’inchiesta parallela che coinvolge anche l’ex procuratore capo Mario Venditti, attualmente indagato per corruzione in atti giudiziari, con un ricorso al Tribunale del Riesame previsto per il 14 ottobre 2025.
L’indagine, distinta da quelle principali sul delitto, riguarda un episodio del 2017 collegato al caso Garlasco, ma non ha ancora portato a sentenze definitive. L’attenzione si concentra su presunti illeciti nella gestione delle indagini, mantenendo la presunzione di innocenza per tutti gli indagati.
Accertamenti bancari e coinvolgimento di magistrati di rilievo
Parallelamente alle perquisizioni, sono stati richiesti accertamenti bancari su figure di spicco della magistratura, tra cui il giudice Fabio Lambertucci, che nel 2017 aveva firmato l’archiviazione nei confronti di Andrea Sempio, principale indagato nel delitto di Garlasco. Questi accertamenti puntano a chiarire eventuali rapporti o moventi nascosti dietro le decisioni giudiziarie.
L’inchiesta coinvolge anche carabinieri, ufficiali di polizia giudiziaria, avvocati e titolari di società per intercettazioni, delineando un quadro complesso che scuote le istituzioni giudiziarie e solleva dubbi sulla trasparenza e correttezza delle procedure adottate.
Tensioni e polemiche tra avvocati e familiari delle vittime
Nel contesto mediatico, l’avvocato Massimo Lovati è al centro di una bufera dopo alcune dichiarazioni contro la famiglia Sempio, definite offensive e che hanno scatenato una forte reazione sui social e tra i diretti interessati. Andrea Sempio, figlio della vittima, ha manifestato la volontà di prendere le distanze da Lovati, sottolineando il clima di conflitto che si è creato.
Inoltre, sono emersi nuovi pizzini e documenti che mettono in discussione la gestione delle prove, come quelli presentati da Giuseppe Sempio, padre di Andrea, che denuncia di essere stato «in balia degli avvocati. Questi elementi contribuiscono a mantenere alta l’attenzione sul caso e a sottolineare la complessità delle dinamiche giudiziarie e personali coinvolte.