Ventisei cittadini italiani coinvolti nella Global Sumud Flotilla stanno per lasciare Israele con un volo charter organizzato dalle autorità italiane. Mentre alcuni hanno già iniziato il rimpatrio, altri rimangono in attesa di espulsione coatta a causa del rifiuto di firmare le liberatorie.
Contesto e arresto degli attivisti italiani
La Global Sumud Flotilla, una missione di attivisti pro-Palestina, è stata fermata dalle autorità israeliane dopo aver violato le acque territoriali di Israele. Ventisei cittadini italiani a bordo sono stati arrestati e trattenuti nel carcere di Ktziot, mentre altri 15 sono ancora in attesa di espulsione giudiziaria.
Le autorità israeliane hanno adottato una linea prudente per gestire la situazione, rallentando temporaneamente le procedure di espulsione durante lo Yom Kippur, una festività nazionale che ha bloccato l'attività per oltre 24 ore. Nel frattempo, i quattro parlamentari italiani presenti sulla flottiglia sono stati rilasciati immediatamente grazie all'immunità parlamentare.
Le procedure di rimpatrio e il ruolo della Farnesina
Il ministero degli Esteri italiano ha lavorato per accelerare il rimpatrio degli attivisti, mantenendo aperti canali diplomatici con Israele per ridurre i tempi di espulsione. È stato organizzato un volo charter per riportare in Italia i 26 cittadini italiani, con l'obiettivo di completare il rimpatrio entro i primi giorni di ottobre.
Gli avvocati italiani hanno avuto accesso ai detenuti e l'ambasciatore italiano in Israele ha incontrato gli attivisti in carcere per garantire assistenza. Il team legale ha sottolineato che i rimpatri non dovrebbero comportare costi a carico degli attivisti, mentre si spinge per una soluzione diplomatica rapida e senza ulteriori complicazioni.
Situazione degli attivisti rimasti e prospettive future
Non tutti gli attivisti hanno accettato le condizioni per il rilascio immediato, in particolare la firma di un foglio di liberatoria che implica l'ammissione di ingresso illegale in Israele. Coloro che hanno rifiutato questa procedura dovranno attendere l'espulsione coatta, che potrebbe prolungare la loro permanenza nel paese di alcuni giorni.
La situazione rimane delicata, con manifestazioni di solidarietà in Italia e all’estero. Le autorità italiane continuano a monitorare la vicenda, assicurando che tutti i connazionali coinvolti siano assistiti e rimpatriati nel più breve tempo possibile, evitando ulteriori tensioni diplomatiche.