Nelle ultime 24 ore il caso del delitto di Garlasco ha subito un’accelerazione significativa con nuove indagini che coinvolgono Andrea Sempio e l’ex procuratore Mario Venditti. Le accuse di corruzione e le perquisizioni in corso stanno aprendo scenari inediti, mentre la difesa di Alberto Stasi valuta la revisione del processo.
Nuove ombre su Andrea Sempio e rilancio delle indagini
Le recenti rivelazioni hanno messo in discussione l’archiviazione di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Sono emerse irregolarità nelle trascrizioni delle intercettazioni e sospetti sulle operazioni bancarie della famiglia Sempio, elementi che potrebbero portare a una riapertura delle indagini.
Il quadro investigativo si complica ulteriormente con la possibilità che emergano nuovi imputati o complici finora non considerati. Parallelamente, si indaga anche sulla possibile responsabilità penale di magistrati e investigatori per presunte omissioni o alterazioni di prove, aumentando il rischio che la verità processuale sia stata compromessa.
Accuse di corruzione e perquisizioni nell’ambito del caso
L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, è indagato per corruzione in atti giudiziari: avrebbe ricevuto una somma di denaro dalla famiglia Sempio per favorire l’archiviazione dell’indagine a carico di Andrea Sempio nel 2016. Le perquisizioni nelle ultime ore hanno interessato diverse abitazioni, tra cui quella di Venditti, suscitando un vero e proprio terremoto mediatico.
Questa nuova ipotesi di reato ha riacceso il dibattito sul caso, con il legale di Alberto Stasi che sottolinea come le accuse a Venditti possano influenzare la valutazione delle prove. Nel frattempo, le analisi forensi proseguono, con particolare attenzione alle tracce di sangue e all’impronta di scarpa ritenuta compatibile con un unico killer.
Possibile revisione del processo e conseguenze per Alberto Stasi
A seguito delle accuse di corruzione all’ex procuratore Venditti, i legali di Alberto Stasi stanno valutando la possibilità di chiedere la revisione del processo che ha portato alla sua condanna. Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, potrebbe così ottenere l’assoluzione se emergessero elementi che ne dimostrino l’innocenza.
In caso di revisione favorevole, lo Stato sarebbe chiamato a risarcire Stasi per ingiusta detenzione, con una cifra che potrebbe arrivare fino a 6,5 milioni di euro, comprensiva di danni morali, spese legali e restituzione del risarcimento già versato. Questa eventualità riapre un capitolo importante nella lunga vicenda giudiziaria legata al delitto di Garlasco.