Milano

Milano, guerriglia in stazione Centrale al corteo per Gaza. Scontri e feriti: tre arresti

Una frangia di manifestanti del corteo ha tentato di sfondare gli ingressi: la polizia ha reagito. Danni e treni bloccati, poi la guerriglia è proseguita fuori: una sessantina i feriti tra i poliziotti

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Guerriglia in Stazione centrale a Milano durante il corteo per Gaza. Un gruppo di giovani vestiti di nero ha cercato di entrare nella fermata della metropolitana della Stazione Centrale ed è venuto a contatto con la Polizia. L’ingresso della stazione è devastato. I treni per oltre un’ora hanno saltato la fermata Centrale.

Tra le forze dell’ordine ci sono una sessantina di feriti, di cui 23 già portati in ospedale. Tre manifestanti sono stati arrestati con le accuse di resistenza e danneggiamento aggravato. Provvedimenti, da quanto si è appreso, sono stati presi anche nei confronti di due minorenni indagati dalla Procura per i minori. È questo l'esito dei primi accertamenti della Digos, dopo che 8 persone erano state accompagnate in Questura nel tardo pomeriggio

Il personale sanitario del 118 ha soccorso dodici persone nel corteo di età compresa fra i 23 e i 54 anni.

E' stato usato anche un estintore. Il gruppo dei violenti ha posizionato i cestini come barricata e ha continuato a lanciare oggetti, fra cui bottiglie e taniche. I giovani, un centinaio, avevano in precedenza tentato l'accesso dalla fermata della metropolitana, bloccati sulle scale mobili a manganellate dai poliziotti. Sono stati sparati numerosi fumogeni e ci sono state cariche di alleggerimento. I manifestanti con delle impalcature hanno distrutto la vetrata dell'entrata principale della stazione.

Scontri in stazione Centrale, le cariche della polizia

La polizia è poi riuscita a far spostare i manifestanti fuori dalla stazione. I manifestanti a quel punto hanno iniziato a lanciare di tutto contro la polizia lungo via Vittor Pisani: ombrelli, bastoni, transenne, sassi e pezzi di arredo pubblico.

Sala: “Vandalismi non aiutano la causa palestinese. Identificare subito i violenti”

"Il vandalismo di oggi, causato da frange violente, non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza". Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala commenta quanto sta avvenendo in città, con gli sconti tra manifestanti e forze dell'ordine. "In queste ultime settimane si sono succedute a Milano manifestazioni molto partecipate a difesa della causa Palestinese, sempre in maniera pacifica. Ora – dice il sindaco – vanno identificati subito i violenti”.

Liceo classico Manzoni occupato per un giorno: “Uno spazio per parlare della protesta”

“Blocchiamo la nostra scuola e lo facciamo in modo differente dalle altre volte”. Così gli studenti del liceo classico Manzoni hanno annunciato l’occupazione dell’istituto di via Orazio. Con un’azione anomala, perché – spiegano in un documento firmato dall’Assemblea degli e delle occupanti – questa volta la protesta durerà solo per un giorno. “Quello di occupare è uno dei gesti più forti di cui disponiamo per portare avanti le nostre lotte” proseguono, spiegando perché hanno deciso di farlo in segno di protesta a favore della Palestina: “Aderiamo alla mobilitazione generale chiamata dalle realtà sindacali contro il genocidio a Gaza e in solidarietà con la Global Sumud Flotilla, ma scegliamo oltre a questo di farlo non individualmente, bensì unitamente, come un unico corpo, come liceo Manzoni e, su più larga scala, come classe studentesca”. Così l’occupazione della scuola diventa un modo per creare “in autonomia uno spazio di confronto che altrimenti non ci viene dato: un grande tema, una giornata, un’assemblea da dedicare al dibattito e all’autoinformazione su quanto sta avvenendo a Gaza e sulle logiche lo permettono”. All’assemblea cittadina dovrebbero partecipare i collettivi studenteschi che hanno preso parte al corteo di questa mattina.

Corteo per Gaza, guerriglia a Milano: il videoracconto dell'assalto alla stazione

Piantedosi: “A Milano deliberato attacco contro polizia”

Sui disordini a Milano è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “La causa dei conflitti bellici che ci sono per il mondo, russo-ucraino e israelo-palestinese soprattutto, è talmente nobile che non va sprecata e sporcata dalle azioni di pochi ma in numero importante facinorosi – ha dichiarato il ministro -. Persone che cercano di cogliere la sensibilità generale su questo tema come opportunità per fare le solite azioni di violenza pura e semplice. Quello che è successo a Milano è sotto gli occhi di tutti: una deliberata violenta azione di attacco verso le forze di polizia".

(ansa)

Schlein: “Condanna per i fatti di Milano, mai giustificabili. Violenza di centinaia, ma migliaia hanno sfilato pacificamente”

Da Lamezia Terme, arriva il commento anche della segretaria del Pd Elly Schlein. "Meloni chiede a tutte le forze politiche di condannare i fatti di Milano. Non ho difficoltà a condannare la devastazione della stazione e il ferimento di 60 agenti – dice Schlein -. Abbiamo sempre condannato ogni forma di violenza politica perché non la riteniamo mai giustificabile e non è mai stato il nostro metodo. Però non possiamo accettare che la violenza di qualche centinaio copra le decine di migliaia che pacificamente hanno manifestato. Perché, mentre noi la violenza la condanniamo sempre, stiamo ancora aspettando che lei condanni i crimini di Netanyahu, anziché fare e dire solo quello che sta bene a Trump e a Netanyahu".

La sassaiola contro un blindato della polizia costretto a indietreggiare

Sotto una pioggia battente, questa mattina, migliaia di manifestanti si erano radunati a Milano per partecipate allo sciopero nazionale a sostegno di Gaza. Studenti e gruppi pro Pal si sono dati appuntamento in largo Cairoli alle 9,30 per poi unirsi al corteo generale partito da piazzale Cadorna alle 10 per dirigersi alla stazione Centrale. Un corteo composto da migliaia di persone e aperto dai rappresentanti Cub. Tra gli striscioni uno riporta la frase 'bloccheremo tutto, stop al genocidio". Oltre ai lavoratori del trasposto pubblico aderiscono anche docenti e personale di scuole e atenei.

Quando il corteo è giunto in piazza della Repubblica, a poche centinaia di metri dal consolato Usa, gli organizzatori hanno gridato: "Ci avviciniamo al consolato americano, il consolato complice. Lo Stato che ha le stesse responsabilità di quelle israeliane e sioniste", prima di far partire il coro "assassini, assassini" all'angolo tra piazza della Repubblica e via Turati, dove ha sede il consolato. Qui i manifestanti hanno bruciato le bandiere di Usa, Israele, Nato e Unione Europea. All’arrivo a Cadorna alcuni manifestanti hanno fatto un blitz occupando la sede dell’Enel, sono saliti sui ponteggi dei lavori di ristrutturazione e hanno tagliato un telone.

Dalle 8,45 sono iniziate le fasce di sciopero per i mezzi pubblici: fino alle 13 ha chiuso la linea 4 della metropolitana. Seconda fascia di sciopero dalle 18.

Sciopero a Milano, treni cancellati e ritardi di oltre due ore

Treni cancellati e ritardi fino a 120 minuti, in stazione Centrale a Milano, per lo sciopero indetto dall'Unione sindacale di base per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, per sostenere la Global Sumud Flotilla e per chiedere al governo lo stop delle relazioni con Israele. Disagi anche a Milano Porta Garibaldi, dove i ritardi raggiungono i 150 minuti, e a Milano Rogoredo, dove si viaggia fino a 140 minuti di ritardo. Lo sciopero proseguirà fino alle 23 di oggi, con possibilità di ulteriori cancellazioni e ritardi.

Ambra Angiolini: “Questa non è più una guerra”

In marcia, poco dietro lo striscione che apre il corteo, anche l’attrice e conduttrice televisiva Ambra Angiolini insieme a sua figlia Jolanda Renga: “Quello che sta accadendo è inaccettabile, sotto tutti i punti di vista, quello che sta succedendo a Gaza non è più guerra. Non è più neanche politica. Io sono umana, mia figlia è umana e le mie amiche anche. Questa disumanizzazione della terra è qualcosa di orrendo. La frase “definisci bambino” degli ultimi giorni significa creare solo altro odio dove non serve. I bambini non hanno colpe e fanno quello che diciamo noi adulti”.

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