Demna è impazzito. Gucci è impazzito. E noi siamo qui a goderci lo spettacolo: a un solo giorno dall’inizio della Milano Fashion Week 2025, la maison ha deciso di spoilerare tutto. Lookbook, archetipi, nuovi codici: un’azione bold, teatrale, irriverente. Quasi un colpo di scena studiato per riscrivere le regole del gioco prima ancora che la passerella si accenda.
La nuova collezione Gucci 2025: piume e monogramma GG
Il lookbook de La Famiglia è una carrellata di figure che raccontano il passato, il presente e il futuro della maison. Al centro c’è l’Archetipo: un baule da viaggio ricoperto dal leggendario monogramma, chiaro rimando alle origini del brand fiorentino nella valigeria di lusso. Poi c’è l’Incazzata, impetuosa e inarrivabile nel suo cappottino rosso con silhouette anni Sessanta, che pare uscita da un vecchio film italiano.
Miss Aperitivo sfoggia un minidress sbrilluccicante, pronta a rubare la scena tra bicchieri di prosecco e luci al neon. La Drama Queen non poteva che apparire drappeggiata da un piumaggio esagerato, mentre l’Influencer esibisce bomber in pelle, minigonna e un pull con il nastro Web che sembra scritto per Instagram. La Contessa, invece, indossa un abito vagamente vittoriano con stampa Flora, mentre la Sciura sceglie un soprabito in suede celeste, elegante e rassicurante, ma con un tocco di eccentricità.
E poi ancora la Bomba, in pellicciotto felino, il Figo con il suo completo total leather da maschio alfa, il Narciso che specchia la sua vanità in look iper costruiti, e persino il Cocco di mamma, che Demna immagina con dettagli ironici e autoindulgenti. Non mancano nemmeno Principino e Principessa, due lati della stessa medaglia, entrambi amanti delle luci della ribalta.
I capisaldi del DNA Gucci sono ovunque, rivisitati e ripensati: la borsa Bamboo 1947 e il mocassino Horsebit tornano in nuove proporzioni; il logo GG diventa protagonista, ingigantito fino a coprire interi outfit. Gioielli in oro oversize, piume a cascata e cappotti da diva convivono con abiti bodycon minimalisti e sensuali, in un gioco di contrasti che sembra quasi beffarsi di ciò che è “buon gusto”.
Gucci in bilico tra passato e futuro: la nuova alchimia di Demna
Le aspettative erano altissime. Perché diciamolo: il lutto – sì, tra virgolette – per l’addio di Alessandro Michele non era ancora stato superato. Per molti il suo abbandono di Gucci ha lasciato un vuoto che nessuno, fino ad ora, era riuscito a colmare. Sabato De Sarno ci ha provato, e ha tentato in tutti i modi di dare un’identità alla maison. Ma è durato pochissimo: i suoi codici puliti e vendibili non hanno scaldato i cuori, troppo piatti, troppo commerciali, quasi “flat”.
Eppure Gucci non poteva fermarsi. Serviva una fenice, un risorgere dalle proprie ceneri, un nuovo colpo di teatro. Con Demna, forse, il miracolo è possibile. Il suo primo gesto creativo – questo lookbook rivelato in anteprima – è un mix and match sorprendente: la tradizione sensuale di Tom Ford, le visioni oniriche e barocche di Alessandro Michele, ma anche qualcosa di completamente nuovo.
Un lessico costruito attorno agli archetipi, che parlano la lingua dell’Italia e del nostro tempo. È uno studio vero, non un collage improvvisato: dietro c’è storia, cultura, citazione, ma anche voglia di far sorridere e provocare.
Ed è qui che Demna si gioca la carta vincente: unire due estremi che finora non avevano mai trovato equilibrio. Michele era troppo cinematografico, pieno di piume, paillettes e sogni che non sempre si traducevano in vendita. De Sarno, al contrario, era pragmatico, focalizzato sulla massa, con risultati piatti e poco memorabili. Demna potrebbe davvero essere la sintesi: l’artista capace di incendiare l’immaginario ma anche di arrivare alle boutique, di far tornare Gucci un brand da ammirare, desiderare, e soprattutto indossare.