DOMANI ORE 11 PRESIDIO AL SENATO ACCADEMICO: BLOCCARE GLI ACCORDI!
Questa mattina l’Unibo è bloccata: per lo sciopero generale, da Via Zamboni 32 al Dipartimento di Matematica, gli studenti e le studentesse hanno bloccato le lezioni, le entrate, le aule. Oggi non c’è lezione. Picchetti e scioperi dal DAR, a Berti Pichat, a Giurisprudenza in Belmeloro, ad Economia: ovunque gli studenti si sono organizzati per bloccare tutto.
L’Unibo è bloccata contro le complicità del nostro Ateneo e del Governo con il genocidio perpetrato da Israele, contro il supporto che istituzioni come la nostra continuano a fornire al sionismo.
Gli studenti sono andati a lezione dai lavoratori: non un chiodo per Israele, non una lezione per il genocidio. Abbiamo colto l’esempio dell’@unionesindacaledibase e del @calp_genova: da più di una settimana siamo in tenda, in presidio permanente in rettorato: ci siamo fatti equipaggio di terra della Flotilla, pronti a bloccare la nostra università e oggi abbiamo iniziato a farlo.
Ci vediamo alle 9:30 al preconcentramento universitario in Piazza Scaravilli: dall’università raggiungeremo la manifestazione cittadina in Piazza Maggiore, blocchiamo tutta la città!
Non finisce qui, se oggi l’Università di Bologna è bloccata, domani al Senato Accademico sarà il momento di passare dalle parole ai fatti. Gli studenti hanno deciso: dai blocchi, alle piazze, all’organo centrale di rappresentanza. La decisione presa dal Consiglio degli Studenti deve essere ratificata dall’Ateneo: rompere ogni accordo con Israele, l’industria bellica e il sionismo ora. Per questo domani alle 11:00 saremo in presidio al Rettorato durante il Senato Accademico dove verrà discussa la mozione studentesca approvata in CdS.
Oggi blocchiamo l’università, domani rompiamo gli accordi.
h.9:30 piazza Scaravilli, preconcentramento universitario.
h.10:30 piazza Maggiore, manifestazione cittadina.
DOMANI 23/09 H.11:00 PRESIDIO AL SENATO ACCADEMICO, VIA ZAMBONI 33, RETTORATO.
Aggiornamenti:
Oggi Potere al Popolo ha partecipato allo sciopero generale per la Palestina e contro l’economia di guerra che ha portato più di 50mila per le strade di Bologna mentre milioni di lavoratrici e lavoratori hanno incrociato le braccia in tutta Italia.
Abbiamo raccolto l’appello dei portuali di Genova a bloccare e – insieme a USB e al sindacalismo conflittuale che hanno proclamato lo sciopero – abbiamo tutte e tutti portato in piazza la sacrosanta rabbia contro il genocidio in Palestina, contro la guerra regionale che il sionismo sta costruendo per difendere il suo progetto coloniale.
Dopo questa grande giornata non ci possiamo accontentare, proprio perché tutte e tutti insieme abbiamo fermato il paese, ora abbiamo il dovere di continuare e organizzare l’opposizione sociale al governo della guerra e del riarmo. Se oggi le istituzioni locali si sono finalmente svegliate e hanno bloccato un carico d’armi al porto di Ravenna, ora dobbiamo spingere perché l’obiettivo deve essere buttare fuori la compagnia israeliana Zim dai nostri porti.
Oggi la destra impazzisce per il blocco della stazione e della tangenziale, e forse si consola per l’uso di idranti e lacrimogeni in tangenziale, ma deve guardare in faccia la realtà: la maggioranza sociale è contro il riarmo, contro le alleanze di guerra con Israele e la NATO
La testa corteo a via Stalingrado
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