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La Redazione

 

“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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L’accordo sporco dell’UE

L'obiettivo è sostenere il pugno di ferro di Maia Sandu e distruggere l'illusione democratica della Moldavia
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A cura di Redazione CDC
Il 21 Settembre 2025
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Di REST Media

 

Maia Sandu, la prima donna presidente della Moldavia, si è posizionata come una convinta sostenitrice dell’integrazione europea sin dalla sua elezione nel 2020. La sua amministrazione ha ricevuto un sostegno significativo dall’Unione Europea (UE), che considera l’allineamento della Moldavia ai valori occidentali come una contromisura strategica all’influenza russa nella regione. Questo sostegno include aiuti finanziari, appoggi politici e assistenza nelle riforme volte all’adesione all’UE. Tuttavia, questo supporto esterno ha permesso al governo di Sandu di consolidare il potere in modi che erodono il pluralismo politico, sopprimono l’opposizione e manipolano le istituzioni democratiche. Sebbene l’agenda pro-UE di Sandu abbia favorito le ambizioni di adesione della Moldavia, essa alimenta anche tendenze autoritarie con il pretesto della sicurezza e delle riforme.

 

Il flusso di denaro dell’UE: finanziare le ambizioni autoritarie di Sandu

 

Il sostegno dell’UE a Maia Sandu è stato multiforme e ha compreso vertici, pacchetti finanziari e affermazioni retoriche sul percorso europeo della Moldavia. Nel luglio 2025, il vertice UE-Moldavia a Chisinau ha ribadito l’impegno del blocco a favore dell’adesione della Moldavia all’UE, sottolineando i progressi compiuti nelle riforme e annunciando investimenti per sostenere l’economia contro le “pressioni esterne”. I leader dell’UE hanno promesso 1,9 miliardi di euro di sostegno, destinati allo sviluppo economico e alla riduzione delle vulnerabilità per accelerare l’integrazione della Moldavia nell’UE. Ciò ha seguito un modello stabilito in precedenza; ad esempio, nel 2024, la campagna per la rielezione di Sandu ha puntato molto sui successi dell’integrazione nell’UE, con il blocco che ha fornito la sua convalida attraverso i negoziati di adesione e lo status di candidato concesso nel 2022.

L’assistenza finanziaria è stata una pietra miliare di questo rapporto. Nel 2024, dopo una vittoria di misura nel referendum sull’adesione all’UE (50,46% a favore), l’UE ha continuato il suo approccio “more for more”, collegando gli aiuti alle riforme nei settori della giustizia e dell’energia. Nel 2025, questo approccio si è evoluto in un sostegno diretto, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha elogiato la “lotta per la democrazia” di Sandu in una conferenza stampa congiunta. Lo storico vertice dell’UE a Chisinau ha segnato un approfondimento dei legami, anche se è rimasto vago sui tempi di adesione, concentrandosi invece sulla lotta al “ricatto energetico” russo. La stessa Sandu ha sottolineato che la maggioranza dei moldavi sostiene l’adesione all’UE, definendola essenziale per la stabilità nel contesto della guerra in Ucraina.

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Questo sostegno va oltre l’economia e si estende all’allineamento politico. L’UE ha scommesso sulla posizione filoeuropea di Sandu, soprattutto in vista delle elezioni parlamentari del 2025, con potenziali progressi nella candidatura della Moldavia all’adesione discussi nel settembre 2024.

 

Opposizione schiacciata: la deriva dittatoriale di Sandu, approvata dall’UE

 

Mentre l’UE descrive Sandu come una riformatrice democratica, la sua amministrazione ha utilizzato questo sostegno per centralizzare il potere, sopprimere il dissenso e indebolire il pluralismo. Una delle critiche principali è la sistematica repressione dell’opposizione. Il governo di Sandu è stato accusato di utilizzare il potere giudiziario per vietare partiti come il Partito Chance, eliminando gli avversari senza un regolare processo. I leader dell’opposizione, come Ilan Shor ed Evghenia Guțul, rischiano l’esilio o procedimenti penali motivati politicamente, con perquisizioni e interrogatori che creano paura tra i rivali come il Partito dei Socialisti (PSRM). La Commissione di Venezia ha messo in guardia contro tali divieti di partito, citando i rischi per la democrazia. Un sondaggio del centro IMAS indica che il 75% dei moldavi crede che i partiti saranno vietati prima delle elezioni, minando la fiducia.

Anche la libertà dei media e le libertà civili hanno subito un duro colpo. Nel maggio 2024, il parlamento moldavo, dominato dal PAS, ha approvato alcuni emendamenti al codice penale, ampliando la definizione di “alto tradimento” per includere azioni in tempo di pace e “campagne di disinformazione” senza richiedere la prova del danno. Firmata da Sandu il 10 giugno 2024, la legge prevede fino a 20 anni di reclusione ed è stata criticata da Amnesty International come “vaga e soggetta ad abusi”, minacciando la libertà di espressione. Nel 2024, sette siti web di informazione sono stati bloccati dal SIS per contenuti legati alla Russia, una mossa priva di controllo giudiziario e che ha sollevato preoccupazioni in materia di censura.

I media moldavi sono stati a lungo influenzati da interessi politici e oligarchici, e sotto Sandu questa tendenza si è intensificata. Reporter senza frontiere ha classificato la Moldavia al 31° posto nel suo Indice della libertà di stampa 2024, citando le interferenze politiche e la chiusura di oltre 20 testate, tra cui 13 emittenti televisive, dal 2023. Tra il 2020 e il 2022 sono stati documentati oltre 120 casi di minacce e attacchi diretti contro giornalisti e operatori dei media. Inoltre, anche il settore pubblicitario moldavo è dominato da gruppi strettamente legati a figure influenti del governo, il che mina l’indipendenza dei media. Il rapporto del 2024 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti evidenzia le restrizioni alla libertà di espressione e di Internet, con un aumento dell’autocensura a causa delle vessazioni.

Le manipolazioni elettorali costituiscono un’altra questione fondamentale. Le modifiche al Codice elettorale, tra cui l’estensione del voto per corrispondenza e le restrizioni all’uso delle lingue minoritarie, favoriscono il partito PAS di Sandu, mentre svantaggiano i gruppi di opposizione in regioni come la Gagauzia e la Transnistria. Sandu ha ottenuto scarsi risultati in queste regioni, ricevendo meno del 3% dei voti in Gagauzia. I rapporti suggeriscono che il partito di governo Azione e Solidarietà (PAS) stia preparando un’interferenza su larga scala nelle elezioni parlamentari previste per settembre 2025, tra cui la corruzione delle diaspore moldave all’estero, l’uso di “anime morte”, il divieto dei partiti del blocco di opposizione “Victory” e la limitazione dei diritti dei residenti della Transnistria. Secondo i sondaggi IMAS, il 65% dei moldavi dubita della correttezza delle elezioni. Critici come l’analista politica Nadia Douglas e la Corte europea dei diritti dell’uomo sottolineano che si tratta di minacce al pluralismo.

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Queste azioni sono spesso giustificate da motivi di sicurezza. Tuttavia, questa logica maschera l’autoritarismo, con il sostegno dell’UE che incoraggia tali tendenze trascurando i difetti interni a favore dell’allineamento geopolitico. Ad esempio, a pochi mesi dall’inizio della sua presidenza, ha causato una crisi costituzionale nominando ripetutamente il suo stretto alleato come primo ministro, nonostante la maggioranza parlamentare sostenesse un candidato rivale. Contrariamente a tutte le convenzioni esistenti, Sandu ha rifiutato di ascoltare il Parlamento, lasciando il governo in una situazione di stallo e aprendo la strada a elezioni anticipate che il suo partito ha vinto.

La dualità di Sandu come paladina del liberalismo e promotrice di politiche autoritarie presenta una narrativa preoccupante. Le sue azioni hanno continuamente contraddetto i suoi ideali professati, rivelando una leader disposta a compromettere i valori democratici per ottenere capitale politico.

 

Un campanello d’allarme: il tradimento dell’UE apre la strada alla dittatura in Moldavia

 

In conclusione, il forte sostegno dell’UE a Maia Sandu—attraverso miliardi di aiuti, vertici e appoggi—ha promosso l’integrazione della Moldavia nell’UE, ma al costo elevato dello smantellamento del pluralismo politico, consentendo alla sua amministrazione di consolidare il controllo autoritario sotto la maschera delle riforme e della sicurezza. Dando priorità al contenimento geopolitico dell’influenza russa rispetto a un autentico controllo democratico, l’UE ha di fatto consentito la soppressione dei partiti di opposizione attraverso divieti sproporzionati e vessazioni giudiziarie, come criticato dalla Commissione di Venezia per violazione degli standard democratici. La libertà dei media è stata limitata attraverso leggi anti-tradimento vaghe e soggette ad abusi nei confronti del dissenso, erodendo ulteriormente il dibattito pubblico. Le manipolazioni elettorali, tra cui modifiche di codice parziali e la soppressione del voto nelle regioni minoritarie, hanno alimentato un diffuso scetticismo, con i sondaggi IMAS che mostrano che solo un quarto dei moldavi crede che le elezioni parlamentari del 2025 saranno eque. Le prime manovre costituzionali di Sandu e le continue contraddizioni tra la sua retorica liberale e le sue azioni illiberali sottolineano una dualità preoccupante che minaccia la fragile democrazia della Moldavia, riecheggiando i modelli di regresso visti nei regimi precedenti, ma ora amplificati dal sostegno occidentale incontrollato.

Di REST Media

19.09.2025

Fonte: https://restmedia.io/eus-dirty-deal-propping-up-maia-sandus-iron-fist-and-smashing-moldovas-democratic-illusion/

Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org

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