Mille firme per ‘riprendersi’ piazza Plebiscito: “Basta chiusure per eventi a pagamento”

Concerto a Piazza del Plebiscito - Immagine di repertorio


C’è un pezzo di Napoli che rivuole piazza Plebiscito restituita all’uso della città e non degli eventi a pagamento: per questo è stata indetta una raccolta firme che ha riscosso successo già nella prima settimana.

Piazza Plebiscito, firme per dire basta agli eventi a pagamento

A Napoli si leva una protesta concreta: mille firme raccolte in meno di una settimana contro la chiusura continuativa di Piazza Plebiscito per eventi musicali a pagamento.

Lo rendono noto i comitati civici “Felix”, “Plebiscito e dintorni”, il Comitato per la salvaguardia e la vivibilità di Monte Echia e la Consulta delle Associazioni della I Municipalità, che denunciano una situazione diventata insostenibile per chi vive, lavora o transita nel cuore della città.

Il punto – lamentano i sostenitori dell’iniziativa ad ANSA – non è solo il rumore o il fastidio: è la perdita di una piazza che dovrebbe essere spazio pubblico, libero, di passeggio, di incontro. Secondo i promotori, la piazza è stata chiusa non solo per auto e mezzi, ma anche a piedi, estendendo i divieti di circolazione ben oltre l’area del concerto.

Disagi, meno sicurezza e danni economici alla base della protesta

Le conseguenze denunciate sono molteplici: danni economici per le attività commerciali che contano sul passaggio quotidiano; preoccupazioni serie legate alla sicurezza, nel caso di emergenza; disagio acustico per livelli di volume ritenuti “insopportabili”.

Tra le richieste, quelle ai vertici istituzionali: al sindaco Gaetano Manfredi si chiede di evitare che la piazza sia chiusa per eventi a pagamento che richiedono biglietti e controllo accessi (che comportano attese, lunghe file e quindi la necessità di estendere le aree di divieto) oltre a verifiche da parte della Soprintendenza ai Beni culturali e dall’ASL Napoli1 circa decoro, vincoli monumentali e limiti di inquinamento acustico.

Prefetto e Questore sono chiamati in causa per garantire che la sicurezza sia assicurata non soltanto per i partecipanti agli eventi ma per tutti i residenti.

La città che reclama i suoi spazi

C’è una parte di Napoli che respinge la gentrificazione e rivendica i suoi luoghi simbolo: l’appuntamento è per martedì 23 settembre, ore 12, nella sala Rosati del Caffè Gambrinus, dove verranno presentati i risultati della petizione.

È un segnale che dice: lo spazio pubblico non può essere sacrificato sull’altare dell’intrattenimento, soprattutto quando ciò avviene in modo continuativo e senza equilibrio.

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