Due fisici dell’Università Aalto, Mikko Partanen e Jukka Tulkki, hanno buttato sul tavolo un’idea provocante: e se il tempo non fosse una linea, ma uno spazio tridimensionale? Secondo loro, questa visione potrebbe essere la chiave per risolvere uno dei problemi più grandi della fisica moderna.
Il problema, è che nel mondo degli atomi, le particelle seguono regole probabilistiche. Nel mondo macroscopico (dei pianeti e delle galassie), invece, detta legge la gravità di Einstein. Il problema è che questi due mondi sono inconciliabili, è come se parlassero lingue diverse.
Una nuova teoria potrebbe unificare tutte le leggi dell’universo: gravità piatta invece che curva
La loro proposta si basa sulla TEGR (Teleparallel Equivalent of General Relativity), un approccio che vede la gravità non come una curvatura dello spazio-tempo, ma come una forza normale in un universo piatto. È un cambio di prospettiva radicale.
Il modello prevede un campo dimensionale che fa da traduttore tra uno spazio a otto dimensioni e il nostro mondo a quattro dimensioni. In questo schema, la gravità diventerebbe simile alle altre forze fondamentali: elettromagnetismo, forza debole e forza forte.
Calcoli più stabili
Un vantaggio pratico di questa teoria è che evita gli “infiniti” che spesso rovinano i calcoli nella gravità quantistica. Con tecniche matematiche chiamate rinormalizzazione, i numeri restano gestibili, e permettono di sviluppare nuovi modelli per per capire fenomeni come i buchi neri e il Big Bang. Bisogna vedere se questa teoria reggerà i test sperimentali. La fisica teorica è piena di idee eleganti che poi si scontrano con la realtà.