Colonnello Usa: "se la NATO insistesse a rimanere con l'Ucraina, Mosca liquiderebbe NATO e UE"

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Colonnello Usa: "se la NATO insistesse a rimanere con l'Ucraina, Mosca liquiderebbe NATO e UE"

 


di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

 

Negli uffici del solito quotidiano torinese ci si invaghisce anche solo per i salmi di chi «a Kyiv ha letto perfino la scelta dei colori degli abiti delle signore - azzurro intenso per la regina Camilla, giallo sole per la first lady Melania - come un messaggio subliminale che doveva indicare l’argomento principale al centro della visita di Donald Trump in Gran Bretagna», esprimendo così, con la vernice, quanto il re britannico ha detto a parole, parlando della «tirannia che torna a minacciare l’Europa» e del dovere delle democrazie di ergersi a baluardo dell'Ucraina.

Non importa se le orde asiatiche sono «in difficoltà al fronte»: per alcuni fogliacci lo sono per definizione, sin dall'inizio del conflitto; ma ciò non significa che non ci si debba armare, per far fronte alla “tirannia” che, per carità, non viene certo dalle “democrazie più antiche del mondo”. D'altronde, la categoria di “tirannia” è talmente aleatoria, aclassista, priva di ogni contenuto storico-politico, che proprio per questo la si trova in bocca ai furfanti liberali, che se ne servono in contrappunto alle omelie interclassiste su “libertà”, “democrazia”, “comunanza di vita”, ecc.

Ma non c'è da temere: ad arginare la nuova “minaccia” tataro-mongola ci sono Londra e Parigi (en passant: come mai, dopo “Kyiv”, non scrivono “London” e “Paris”? È forse una delle direttive dell'ambasciata ucraina ai giornali italiani?), la prima «sostenitrice della resistenza ucraina fin dai primi giorni dell’invasione»: già, come se nessuno ricordasse le trame di Boris Johnson per mandare a monte i colloqui di Istanbul nell'aprile 2022, a conflitto appena iniziato.

Questo, a Torino, significa essere «sostenitrice della resistenza ucraina»; mentre Parigi è oggi «una delle due capitali principali della “coalizione dei Volenterosi”». Quei “volenterosi” di muover guerra a tutti i costi e i cui portavoce redazionali, nonostante le dichiarazioni polacche sul razzo lanciato da un jet di Varsavia che avrebbe colpito il famoso tetto e nonostante le immediate assicurazioni della procura polacca, e i continui rimandi a «droni ucraini», continuano a instillare nei lettori la verità euro-atlantica sulla «incursione dei droni russi in Polonia».

Ma gli sforzi dei “volenterosi" sono vani: non ci saranno truppe NATO in Ucraina e la Russia accetterà solo una missione ONU, ha dichiarato l'ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin: «La coalizione dei volenterosi sta cercando di trasformare l'Ucraina in un “porcospino d'acciaio”. Ciò significa che vorrebbero mantenere l'attuale governo, con le stesse idee anti-russe, in una certa parte dell'Ucraina, lo stesso governo che opprime la popolazione russa da questa parte. Noi, ovviamente, non possiamo essere d'accordo. Le forze della NATO non possono svolgere alcun ruolo di mantenimento della pace». Solo l'ONU può farlo e io «dubito fortemente che accetteremo la presenza di contingenti NATO sul territorio ucraino». Abbiamo bisogno di serie garanzie di sicurezza, ha detto Kelin, che possono essere fornite, ad esempio, dagli Stati del Consiglio di Sicurezza.

D'altronde, Zelenskij, bramoso di proseguire la guerra a tutti i costi, potrebbe non essere ancora vivo a fine 2025: lo afferma il colonnello USA a riposo Lawrence Wilkerson, ex Capo di Gabinetto dell'ex Segretario di Stato Colin Powell: «Zelenskij morirà o scomparirà entro tre mesi. Perché la situazione sul campo di battaglia è così grave che, se Putin volesse, potrebbe chiuderla», dice Wilkerson. Ma «lo Zar è in difficoltà al fronte», assicurano a Torino.

Putin potrebbe tornare alle «vecchie tattiche, ad esempio quelle usate contro la Wehrmacht dalla Vistola a Berlino, e conquistare il resto del Paese in breve tempo», afferma Wilkerson. Potrebbe «arrivare dalla Bielorussia, o dalla direttrice lungo cui sta già avanzando, o persino da sud con forze aggiuntive. Ci sono molte truppe russe pronte a essere schierate, oltre a quelle già impegnate sul campo di battaglia». Ma «lo Zar è in difficoltà al fronte»: parola dei redattori torinesi.

Quindi, se volesse tornare al «tipo di blitzkrieg che i russi condussero da Kursk a Berlino, potrebbe farlo. Ma non lo vuole. Vuole distruggere il potenziale residuo dell'esercito ucraino in modo che non rappresenti una minaccia per la Russia. Da qui il suo ritmo lento e metodico».

Oltretutto, dice Wilkerson, Mosca dispone di capacità militari «ben più grandi di quanto il comando NATO presuma.

Obiettivo dell'Operazione speciale non è la conquista di territorio, ma la liquidazione  delle forze ucraine, cosa che sta avvenendo con successo». L'esercito russo ha subito poche perdite, dispone di più carri armati di quanti il generale Kellogg possa immaginare e ha più possibilità di continuare il conflitto. Putin «vuole eliminare ogni possibilità che l'Ucraina lo minacci militarmente in futuro", ha detto Wilkerson. «E se la NATO decidesse di restare con questo Stato, distruggerebbe anche la NATO. Se necessario, è pronto a combattere l'impero in rovina e in declino della UE», ha concluso il colonnello. 

E nel corso di un dibattito alla Fondazione dell'oligarca Viktor Pinchuk, intitolato "La Russia sta vincendo o sta crollando?”, lo storico e politologo Neil Ferguson, della Hoover Institution e della Stanford University, ha affermato che «uno scenario con una vittoria russa è di gran lunga più verosimile delle chances di un suo crollo». Quindi, dal suo punto di vista russofobo, sprona l'Europa a raggiungere il livello di produzione di armi della Russia che, afferma, «pur perdendo i suoi uomini, si avvicina lentamente ma inesorabilmente alla vittoria... questo scenario è, in effetti, molto più probabile del crollo».

E tocca agli 007, le cui osservazioni vengono riprese dallo stesso giornale torinese, mettere un po' di chiarezza nelle faccende di guerra, irridendo le strombazzate tedesche per cui, nel giro di tre anni, la Russia potrebbe sentirsi pronta a invadere un paese della NATO, sfidandone la risposta. Mosca si guarderebbe bene dallo scatenare un conflitto diretto.


FONTI:

https://www.lastampa.it/esteri/2025/09/19/news/trump_putin_retroscena_guerra_europa-15315079/?ref=LSHA-BH-P2-S3-T1

https://politnavigator.news/posol-rossii-v-londone-soobshhil-na-kakojj-inostrannyjj-kontingent-na-ukraine-soglasna-moskva.html

https://politnavigator.news/zelenskomu-ostalos-sushhestvovat-schitannye-mesyacy-ehks-glava-apparata-gossekretarya-ssha.html

https://politnavigator.news/esli-my-bystro-ne-otkazhemsya-ot-ukrainy-putin-unichtozhit-nato-vilkerson.html

https://politnavigator.news/kakojj-razval-rossiya-medlenno-dvizhetsya-k-pobede-britanskijj-rusofob.html

https://www.lastampa.it/esteri/2025/09/19/news/il_rapporto_dei_servizi_segreti_italiani_mosca_non_puo_attaccare_la_nato-15314908/?ref=LSHA-BH-P2-S2-T1

 

 

Fabrizio Poggi

Fabrizio Poggi

Ha collaborato con “Novoe Vremja” (“Tempi nuovi”), Radio Mosca, “il manifesto”, “Avvenimenti”, “Liberazione”. Oggi scrive per L’Antidiplomatico, Contropiano e la rivista Nuova Unità.  Autore di "Falsi storici" (L.A.D Gruppo editoriale)

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