Funerali Kirk, in 200mila a Phoenix. Trump: «Un eroe, gli darò medaglia civile»
Il popolo di Charlie Kirk ha attraversato gli Usa per essere all’alba davanti allo State Farm Stadium di Phoenix per la commemorazione dell’attivista conservatore ucciso il 10 settembre
I punti chiave
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Il mondo maga piange Charlie Kirk. In 200.000 allo State Farm Stadium di Phoenix per l’ultimo omaggio all’attivista della destra ucciso a fucilate mentre parlava al college nello Utah. Dolore e rabbia tra la gente in fila dall’alba vestita con i colori della bandiera: «Era un brav’uomo».
L’indagine federale sul killer Tyler Robinson non lo collega a gruppi di sinistra, ma per l’ultimo saluto arriva l’intero stato maggiore della amministrazione con in testa il presidente Trump, accolto con un’ovazione al grido di «Usa! Usa! Usa!».
La moglie Erika è pronta a prenderne l’eredità politica: «La scomparsa di Charlie è il piano di Dio. Sul suo volto era rimasto un mezzo sorriso consapevole, simile a quello della Monna Lisa. Come se fosse stato felice. Come se Gesù lo avesse salvato», ha raccontato.
Ovazione per Trump
L’affluenza ha richiesto misure di sicurezza rigide, con un dispiegamento di agenti simile a quello di eventi come il Super Bowl. Tanto più che Trump non è l’unica presenza governativa di spicco. Ci sono anche il vice presidente Usa JD Vance, il capo del Pentagono Pete Hegseth e il ministro della Sanità Robert F. Kennedy Jr., nonché la direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard.
«C’era un esercito di giovani che lo amava così tanto, tutti sono devastati», ha detto Trump, «non ci sono parole che possano descrivere quello che è successo». «Una giornata dura», per il presidente Usa, «celebreremo la vita di un grande uomo».