Medio Oriente

Guerra, prosegue operazione a Gaza City. 71 i palestinesi uccisi nella Striscia

L’Idf: opereremo con “forza senza precedenti”, andate via

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Nelle immagini che arrivano dalla Striscia, paramedici si affrettano a trasferire i palestinesi feriti all’ospedale Al-Shifa di Gaza City, mentre l’esercito israeliano continua con la sua offensiva di terra e ha avvertito gli abitanti che opererà con una “forza senza precedenti”, chiedendogli di allontanarsi il prima possibile.

L’Idf ha dichiarato di stimare che 480 mila persone siano fuggite dalla fine di agosto. Secondo i numeri dell’agenzia per la Protezione civile di Gaza - che opera sotto l’autorità di Hamas - sono 450 mila le persone andate via.

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I civili provano a dirigersi verso Sud, ma molti dicono che il viaggio è proibitivo e che non sanno dove andare.

Intanto, secondo quanto comunica Al Jazeera, sono almeno 71 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’alba, di cui 56 a Gaza City.

Ieri il portavoce in lingua araba dell’esercito ha annunciato la chiusura di una via di evacuazione temporanea aperta 48 ore prima, dicendo che l’unica via verso Sud era attraverso la strada di Al-Rashid, lungo la costa mediterranea. “L’esercito continuerà a operare con forza senza precedenti contro Hamas e altre organizzazioni terroristiche” ha detto Avichay Adraee in un post su X rivolto ai residenti. “Cogliete questa opportunità e unitevi alle centinaia di migliaia di residenti della città che si sono spostati a Sud verso l’area umanitaria”.

La conferenza di lunedì

Un gruppo di una decina di Paesi, guidati da Francia e Regno Unito, è pronto a formalizzare lunedì, durante una conferenza sui due Stati co-presieduta da Parigi e Riad a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, il riconoscimento dello Stato di Palestina. L’iniziativa, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron e appoggiata, tra gli altri, da Canada, Australia, Belgio e Portogallo, rappresenta un segnale importante, volto a rilanciare la soluzione diplomatica mentre Israele non rallenta la sua offensiva militare, che ora punto dritto alla conquista di Gaza City, malgrado gli appelli internazionali a fermarsi e a risparmiare i civili.

“Data l’estrema urgenza della situazione a Gaza e nei Territori palestinesi, ho ribadito al presidente palestinese la mia intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina lunedì a New York”, ha dichiarato Macron dopo un colloquio con Mahmoud Abbas, aggiungendo che il riconoscimento “fa parte di un piano di pace globale per la regione, volto a soddisfare le aspirazioni di sicurezza e pace sia degli israeliani che dei palestinesi”. Macron ha anche parlato con l’erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, sottolineando che la conferenza sulla soluzione dei due Stati “deve consentirci di compiere un ulteriore passo avanti nella mobilitazione della comunità internazionale”. Il Regno Unito è un altro ’big’ che si accinge ad annunciare il riconoscimento della Palestina. Tale riconoscimento deve essere inteso in un contesto di “un piano di pace” e della soluzione dei due Stati, ha chiarito giovedì scorso il primo ministro britannico Keir Starmer durante una conferenza stampa congiunta con Donald Trump, dicendosi “assolutamente d’accordo sulla necessità della pace e di una roadmap perché la situazione a Gaza è intollerabile”.

Secondo diplomatici europei citati da Politico, l’iniziativa riflette le crescenti pressioni delle opinioni pubbliche interne su governi che intendono reagire all’inasprimento delle operazioni israeliane a Gaza, dove la situazione umanitaria è sempre più grave. Israele respinge le accuse di carestia e ribadisce la necessità di sconfiggere militarmente Hamas. La mossa, concordano diversi osservatori, segna inoltre una frattura con gli Stati Uniti, principale alleato di Israele. L’Amministrazione Trump, infatti, ha definito l’iniziativa “simbolica e controproducente”, avvertendo - nella persona del segretario di Stato, Marco Rubio - che “rischia di incoraggiare Hamas, di complicare la situazione sul terreno e di rafforzare le frange più estremiste in Israele”. Anche il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha criticato la decisione, definendola “un premio al terrorismo e una provocazione contro chi combatte Hamas” e sostenendo che “qualsiasi riconoscimento unilaterale mina le possibilità di una pace duratura”.

Al contrario, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto favorevolmente la mossa, considerandola “un passo storico verso il riconoscimento internazionale e la pace”, con il leader palestinese Abbas che interverrà in video-collegamento all’Assemblea Generale poiché gli Stati Uniti non gli hanno concesso il visto per partecipare di persona. Altri Paesi europei, tra cui Germania e Italia, hanno invece annunciato che non riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha precisato che Roma è “ultra favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese, il fatto è che non c’è. Lo Stato palestinese è diviso in due: da una parte c’è la Cisgiordania, governata dall’Anp, che è una forza moderata, che aveva vinto le elezioni, dall’altra parte, a Gaza, c’è Hamas, che è un’organizzazione terroristica. Noi non riconosceremo mai uno Stato che è governato dai terroristi, perché significa legittimare il terrorismo, indipendentemente dalle responsabilità che ha Israele su Gaza”.

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