

C’è un personaggio in Italia che si può ben definire come un “irregolare del liberalismo”. Estroso, caustico, politicamente scorretto, uno che gode a ottenere la simpatia della gente comune e si diverte a suscitare fastidio nei circoli che lui stesso definisce “progressisti conservatori”, conformisti e benestanti. È un genere che annovera pochi esemplari o forse solo uno. Sto parlando di Daniele Capezzone.
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