

"Vladimir Putin, in difficoltà sul fronte, intensificherà i raid aerei sull'Ucraina, le minacce ai Paesi Nato. Non può sprecare un momento così favorevole". Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), è convinta che il presidente russo continuerà a compiere incursioni con droni e jet in Paesi della Nato, mettendo alla prova la difesa dell'Alleanza. Il contesto infatti è propizio: Putin sa che il presidente Usa Donald Trump continuerà ad assecondarlo e al contempo sa che i Paesi europei si stanno ancora organizzando per una risposta militare adeguata. "Quando mai ricapiterà a Putin un momento del genere?" si chiede l'analista in questa intervista con Huffpost.
Nathalie Tocci, Vladimir Putin continuerà con le incursioni in Paesi della Nato dopo la violazione dello spazio aereo dell'Estonia?
Sì, assolutamente. È la cosa più razionale da fare per il leader russo. Putin vuole ottenere una sfera di influenza nell’Europa orientale e nell’Europa del nord e per farlo intende agire attraverso una triplice strategia. Militare quando deve, ibrida quando può e politica preferibilmente, perché è la strategia che gli costa meno. Ecco, fatta questa premessa, quando ricapiterà a Putin un altro momento del genere?
Che cosa intende?
Intendo dire una situazione così favorevole. Da un lato c’è il presidente americano Donald Trump che gli sta fornendo ogni segnale possibile del fatto che continuerà ad assecondarlo, ogni frustrazione di Trump nei confronti del leader russo non si traduce mai in azioni concrete. Dall’altro lato ci sono Paesi europei che si stanno pian piano svegliando, ma sicuramente ad oggi mostrano una maggiore debolezza rispetto a quella che avranno anche solo nei prossimi mesi. Dunque Putin deve intervenire ora, deve farlo prima che le cose cambino, perché pian piano l’Europa si rafforzerà. Così il presidente russo porta avanti questo show in cui sostiene di essere ancora aperto a una soluzione pacifica, gli serve per evitare che gli Usa concretizzino le loro minacce e quindi applichino sanzioni secondarie.
Ma la Nato avrà la capacità, a lungo termine, di affrontare la minaccia delle incursioni?
Sono due le questioni, una più strettamente militare, una più ampia e politica. Dal punto di vista miliare è evidente che non si possono contrastare centinaia di droni con caccia e sistemi di difesa aerea Patriot e quant’altro. Detto ciò, è vero che ad oggi il famoso scudo anti-drone non esiste, ma è altrettanto vero che non servono dieci o vent’anni per costruirlo. Io credo che i Paesi europei, in qualche mese, possano costruirlo. Poi c’è la grande questione politica.
Ovvero, che cosa intende fare Trump con la Nato.
Esatto. La Nato è sostenibile come un'alleanza militare dalla quale si sfilano gli Stati Uniti? Questa domanda si riallaccia a tutto il dibattito sul pilastro europeo della Nato, al tema dell'europeizzazione della Nato. Ecco, io non so darle una risposta, nel senso che in un mondo ideale l’europeizzazione della Nato dovrebbe esserci senza dubbio, perché non ha senso reinventare da zero un'Alleanza quando bene o male esiste già una struttura di base. Si potrebbero invece riempire i vuoti lasciati da quegli attori che si sfilano dall’Alleanza. Però, poi, nel concreto, la Nato è basata concettualmente, strategicamente, tecnologicamente, sugli Stati Uniti, che sono la sua spina dorsale. E se si toglie una spina dorsale da un corpo semplicemente il corpo non resta in piedi.
Secondo alcune fonti che hanno parlato con Reuters, l’amministrazione di Trump starebbe progettando di tagliare i fondi di assistenza militare ad alcuni Paesi europei al confine con la Russia, tra cui gli Stati Baltici. Quale impatto può avere questa decisione?
Gli europei comunque si sono mossi in questi anni. In Lituania è di stanza una brigata corazzata dell'esercito tedesco. Non c'è la presenza solo degli americani. Certo, il fianco baltico sarà più scoperto di prima, ma può essere ricoperto. È per questo però che Putin sta premendo ora, perché non sa che cosa accadrà in futuro.
Volodymyr Zelensky ha detto che incontrerà il presidente americano Trump al margine dell’Assemblea generale dell’Onu. Che cosa potrebbero dirsi in questo incontro?
Zelensky proverà a sottolineare l’ovvio, ossia che Putin sta facendo ciò che vuole con Trump. Il presidente ucraino ricorderà a Trump le minacce di Putin e cercherà di convincerlo ad agire in qualche modo. Ma non credo che questo ennesimo tentativo sarà efficace: ce ne sono stati diversi finora e tutti sono finiti nel nulla. È troppo evidente oramai che Trump è cascato nella tela di Putin per motivi che non conosciamo e non conosceremo mai.
Il presidente della Finlandia Alexander Stubb, intervistato dal Guardian, ha affermato di credere che al momento non ci siano grandi possibilità di portare il leader russo al tavolo dei negoziati. È d’accordo?
Sì, lo sono. Anche nell'ipotesi in cui Trump agisse contro Putin e mettesse delle sanzioni - azioni che non sono comunque a portata di mano - non credo che Putin verrebbe a un tavolo dei negoziati. L’unico attore che potrebbe veramente obbligare la Russia a negoziare è la Cina, ma non lo farà.
Stubb ha detto anche che le garanzie di sicurezza per l'Ucraina, in discussione nella 'coalizione dei volenterosi', dovrebbero costringere i Paesi europei firmatari a combattere la Russia se Mosca dovesse lanciare nuovamente un'azione militare contro l'Ucraina in futuro.
Stubb ha tecnicamente ragione, nel senso che una garanzia di sicurezza è tale solo se comunica la certezza che si è disposti a fare qualcosa per l’Ucraina. Per questo ritengo che sia vuota e fine a sè stessa la stupida proposta italiana di offrire garanzie di sicurezza che sono ispirate all'articolo 5 della Nato, ma senza che l’Ucraina sia nell’Alleanza. È una buffonata e tutti lo sanno. Lo sa anche Stubb e soprattutto lo sa Putin.
Il presidente ucraino Zelensky ha denunciato un’intensificazione degli attacchi russi nell’ultima settimana. Mosca ha attaccato con oltre 1.500 droni, 1.280 bombe guidate e 50 missili di vario tipo. Qual è la situazione della Russia sul fronte, alle porte dell’inverno?
La famosa offensiva estiva è fallita. L’obiettivo russo era quello di conquistare tutto il Donbas, ma Mosca non è riuscita a farlo. Anzi addirittura nel Donetsk, negli ultimi giorni, gli ucraini si sono ripresi circa 150 km. Ma come è sempre accaduto in precedenza, quando la Russia è in difficoltà sul terreno, aumenta gli attacchi alle infrastrutture civili in Ucraina e in generale intensifica la campagna del terrore che ha come obiettivo quello di forzare gli ucraini e farli arrivare ad un accordo che sia totalmente favorevole alla Russia. Non è un caso, dunque, che in questo momento stiano aumentando gli attacchi aerei in Ucraina. E non è un caso che si stiano intensificando le minacce alla Nato con le incursioni russe. Tutto è inversamente proporzionato alla situazione sul fronte.
La Bbc ha scoperto che una rete finanziata dalla Russia sta tentando di influenzare le imminenti elezioni parlamentari in Moldavia, che si terranno il prossimo 28 settembre. Quali sono le mire di Putin sulla Moldova?
Putin non attaccherà la Moldavia se la può portare sotto la propria influenza attraverso una strategia politica e di guerra ibrida. La scorsa settimana ho parlato con la presidente filo-europeista Maia Sandu e mi ha detto che sicuramente Putin interverrà in qualche modo nelle elezioni parlamentari, ma è difficile capire come. Al momento Sandu non ha segnali che sia già accaduto qualcosa, ma è praticamente sicuro che Putin cercherà di agire. Potrebbe farlo ad esempio attraverso un attacco cyber per raccogliere voti di massa a favore dei due partiti filo-russi.
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