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Esteri

Funerali di Charlie Kirk, in 200mila a Glendale. Rubio: "Un omicidio politico"

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha ricordato l'amicizia personale che lo legava a Charlie Kirk. L'omicidio dell'attivista è stato "un assassinio politico, ma anche una morte in famiglia", ha detto Rubio nel suo intervento allo stadio di Glendale, dove si stanno svolgendo i funerali di Kirk. Charlie Kirk "ha cambiato il corso
della storia con gentilezza e coraggio", ha "portato la verità che Gesù Cristo è il re dei re e che tutte le verità fanno parte di lui", ha detto il vicepresidente Usa JD Vance.  "Hanno cercato di mettere a tacere Charlie, ma noi oggi parleremo per Charlie ancora più ad alta voce", ha aggiunto Vance.

È iniziata con le note solenni di Amazing Grace, eseguita con la cornamusa, la cerimonia funebre per Charlie Kirk, l’attivista conservatore ucciso il 10 settembre in un college dello Utah. Lo State Farm Stadium di Glendale, nello Stato che Kirk aveva scelto come casa e dove aveva fondato l’influente movimento giovanile Turning Point USA, ha accolto 46.000 persone. Fuori decine di migliaia di partecipanti a seguire la funzione sui maxischermi.

Secondo la polizia locale, oltre 200.000 persone hanno risposto all’appello, registrandosi online per rendere omaggio a Kirk. Strade bloccate, parcheggi esauriti a chilometri di distanza, processioni di motociclette con bandiere americane: il clima è stato quello di una grande mobilitazione popolare. L’FBI ha applicato restrizioni per lo spazio aereo intorno allo stadio, con particolare riferimento ai droni. “Gli operatori di droni che accedono alle aree soggette a restrizioni senza autorizzazione potrebbero incorrere nella confisca del drone, in multe e in potenziali procedimenti penali”, si legge in una nota diffusa dall’agenzia su X. “Ai sensi della legge federale, l’FBI e/o altri partner federali possono adottare misure di sicurezza che comportino l’interferenza, l’interruzione, il sequestro, il danneggiamento o la distruzione di qualsiasi drone ritenuto una minaccia credibile per la sicurezza o l’incolumità pubblica”.

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(ansa )

Molti hanno indossato magliette con il volto dell’attivista, al grido di “God bless America”. Dentro lo stadio, tra bandiere e canti religiosi, è stata portata anche una croce gigante. L’elenco degli oratori riflette il peso politico e simbolico che la figura di Kirk ha assunto all’interno del movimento Maga. Sul palco: la moglie Erika – che ha raccolto l’eredità del marito alla guida di Turning Point – il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il ministro della Salute Robert F. Kennedy Jr., la direttrice dell’intelligence Tulsi Gabbard, l’ex anchorman di Fox News Tucker Carlson e altri esponenti di primo piano della Casa Bianca. E ovviamente il presidente Donald Trump: la sua presenza ha imposto misure di sicurezza eccezionali, con un podio protetto da vetri antiproiettile e controlli serrati dentro e fuori dallo stadio. Al suo ingresso nello stadio, insieme al vicepresidente JD Vance, la folla lo ha accolto in piedi scandendo a gran voce “Usa! Usa!”.

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Nelle ore precedenti alla cerimonia, Trump aveva dichiarato che avrebbe portato “amore” alla famiglia Kirk e ricordato “le grandi cose” compiute dall’attivista, capace – a suo dire – di cambiare il clima dei campus americani per i giovani conservatori. Tra i presenti anche figure di spicco come Elon Musk e Steve Bannon, che hanno voluto rendere omaggio a Kirk. Il vicepresidente Vance, amico personale dell’attivista, ha scritto su X: “Oggi torniamo per ricordare Charlie e il suo sacrificio. Possa riposare in pace per l’eternità e possa Dio vegliare su Erika e sui suoi figli”.

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Il primo a salire sul palco è stato il pastore evangelico Rob McCoy, vicino al presidente Trump, che ha rievocato la figura di Kirk con forti accenti religiosi: “Charlie non ha mai avuto paura, perché sapeva che la sua vita era al sicuro nelle mani di Dio”. Poi il ricordo della vedova, Erika Kirk, che ha raccontato al New York Times di aver insistito per vedere il corpo del marito nonostante le raccomandazioni contrarie dello sceriffo della contea. “Charlie aveva il volto di un morto felice”, ha detto. “I suoi occhi erano semiaperti e aveva sul volto un mezzo sorriso alla Monna Lisa, come se Gesù lo avesse salvato”.

La sera prima della tragedia, Erika aveva suggerito al marito di indossare un giubbotto antiproiettile. "Non ancora", aveva replicato Charlie, convinto che la sua scorta fosse sufficiente.

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