Arrivano i 40 anni di Mario, la mascotte più famosa di Nintendo

di Shadow Ranger |

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Arrivano i 40 anni di Mario, la mascotte più famosa di Nintendo Bufale.net

Quest’anno la nostra rubrica celebra Mario, la mascotte più famosa di Nintendo. Ne abbiamo parlato in tanti articoli in passato, e non per ripeterci, ma perché il nostro buon Mario ha attraversato la storia del videogame, di ben otto generazioni videoludiche su nove esistenti al momento.

E la cosa più bella è che lo ha fatto per puro caso: non tutti sanno che Mario non avrebbe dovuto esistere. Né lui, né suo fratello Luigi, né le donne della sua vita, da Pauline a Peach, né il colorato Regno dei Funghi, né Donkey Kong e famiglia, nessuno dei personaggi del mondo che oggi festeggiamo è arrivato per calcolo e previsione, ma più per improvvisazione e disperazione.

Ed una storia che riguarda cose lontanissime nel tempo come Space InvadersBraccio di Ferro e il rischio di un tracollo economico.

Le origini del mito: dal fallimento a Braccio di Ferro

Tutti pensano a Nintendo come un monolite che non he ha mai sbagliata una: la realtà è diversa. Dal Virtual Boy al Famicom Disk System, Nintendo ha sempre dimostrato una enorme capacità nel fallire, ma una altrettanto grande nel rimettersi in piedi.

Così accadde nel lontano 1980, quando Nintendo, dopo aver visto il successo immondo di Space Invaders (1978) in madrepatria (tale da creare la leggenda metropolitana dei giovani giapponesi a caccia di spiccioli fino a dissestare la Zecca Nazionale…), decise di gettarsi nel mercato dei giochi derivativi, “cloni ma non troppo”.

Radar Scope, il gioco che quasi affossò Nintendo

Radar Scope, il gioco che quasi affossò Nintendo

Creò così Radar Scope, un derivativo di Space Invaders con pezzi di Galaxian ed una grafica pseudotridimensionale. C’era solo un problema: Nintendo stava cercando di entrare nel mercato Occidentale, e gli USA non erano il Giappone.

Se in Giappone c’era ancora fame di Space Invaders, gli americani volevano altro, Radar Scope fu un emerito fallimento.

Minoru Arakawa, presidente di Nintendo of America e genero di Hiroshi Yamauchi (il responsabile dell’arrivo di Tetris, della genesi del GameBoy ma anche del disastro economico che avrebbe portato a dare la PlayStation a SONY) scongiurò il capoccia e suocero di mandargli alla svelta un prodotto che potesse vendere senza doversi vendere i reni al mercato nero, qualcosa che potesse inserire nei cabinati già pronti per ospitare Radar Scope e rientrare così nelle vendite.

Il piano A di Nintendo: Braccio di Ferro

Il piano A di Nintendo: Braccio di Ferro

La prima idea fu incaricare Shigeru Miyamoto di rifare da zero Radar Scope, modificandolo per il pubblico americano. Miyamoto decise invece di prendere gli Americani per la nostalgia.

Anziché cavalcare il filone degli sparatutto e dei bullet hell, decise di provare con un platform ispirato al Thimble Theater di Segar, ovvero alle avventure di Braccio di Ferro il Marinaio.

Secondo l’idea di Miyamoto avremmo quindi avuto un semplicissimo platform pienamente godibile usando i controlli già pronti sugli arcade già stipati in magazzino: il malvagio Bluto ha rapito la bella Olivia e quindi Braccio di Ferro deve correre al suo soccorso. Occasionalmente Braccio di Ferro otterrà degli spinaci che lo renderanno forte e in grado di evitare gli ostacoli lanciati da Bluto.

A questo punto il destino ci mette lo zampino: gli eredi di Elzie Crisler Segar decidono di negare a Nintendo i diritti per proseguire il progetto.

“Fu come se ci avessero strappato la scaletta sotto i piedi”, riferirà Shigeru Miyamoto, che fece quello che tutti (e sappiamo: tutti) quelli che non possono permettersi più una proprietà intellettuale fanno.

Si inventò dal nulla degli abominevoli pezzotti da attaccare sulla stessa storia in modo da tenere buoni gli avvocati.

Arriva Jumpan (per gli amici: Mario)

Lasciando inalterate storie e gameplay il povero Miyamoto decise di inventarsi pezzotti dei tre personaggi del Thimble Theater che gli servivano.

Braccio di Ferro divenne Jumpman, un omuncolo baffuto e con la salopette rossa (facile da disegnare su pixel), Olivia divenne “Lady”, in futuro Pauline e Bluto fu sostituito dallo scimmione Donkey Kong, il cui nome fu scelto per onorare King Kong (noto rapitore di bellissime fanciulle) e suggerire l’immagine di un essere testardo e ottusamente abbarbicato alla sua cattiveria come Bluto soleva essere nelle strip di Segar.

Il gameplay rimase lo stesso, la storia fu cambiata: lo scimmione Donkey Kong, sentendosi maltrattato e trascurato da Jumpman e Lady, decide di rapire la seconda e portarla via.

Retro della locandina di Donkey Kong, con la prima apparizione di Mario

Retro della locandina di Donkey Kong, con la prima apparizione di Mario

Jumpman salterà attraverso impalcature e grattacieli per raggiungere e salvare la bionda (poi diventata bruna) Lady, trovando un martello che gli darà il potere di distruggere i barili lanciati da Donkey Kong.

Arriviamo al 1981, e Donkey Kong fu il tiro salvezza di Nintendo, diventando un successo epocale.

Fu immediatamente portato sul ColecoVision, con Atari e Coleco intente a litigarsi l’esclusiva al lancio come se fosse la cosa più importante accaduta in quel lontano 1981 (ed in un certo senso lo fu), portato su Atari VCS dopo che Eric Bromley, Bromley, ingegnere e ricercatore per Coleco, convinse la figlia di Yamauchi a intercedere presso il famoso padre descrivendo la superiorità del ColecoVision e conquistò il pubblico per una serie di primati.

Il gioco di Braccio di Ferro

Il gioco di Braccio di Ferro

Il primo, ovviamente, fu il fatto che Donkey Kong fu uno dei primissimi giochi ad avere una storia da seguire declinata in una serie di cutscene. Ovviamente derivativa di Braccio di Ferro, ma per un certo periodo nessuno se ne accorse. Anzi, quando nel 1982 gli eredi Segar concessero i diritti il gioco di Braccio di Ferro fu stroncato e tacciato di essere una copia del “famoso Donkey Kong”.

Arrivano i primi guai e un nuovo nome

Con 60mila cabinati venduti nel primo anno, Donkey Kong fu un successo epocale, e attirò le attenzioni di Universal Studios, che in Universal City Studios, Inc. v. Nintendo Co., Ltd. cercò di accusare Nintendo di plagio rivendicando i diritti sulla storia di uno scimmione vistosamente arrapato che sequestra una bella bionda per portarla su un grattacielo.

Universal Studios aveva ottenuto una percentuale delle vendite della versione Coleco del gioco, ed ora voleva puntare a Nintendo, potenzialmente distruggendo il guadagno ottenuto fino a quel punto. Nintendo chiamò il famoso avvocato John Kirby, che riuscì a dimostrare che la Universal Studios stessa aveva ammesso che King Kong era finito tra i personaggi nel pubblico dominio, quindi un omaggio anche evidente come Donkey Kong era ben più che possibile.

Secondo Universal, un plagio di Donkey Kong

Secondo Universal, un plagio di Donkey Kong

Secondo una voce di corridoio fomentata dallo stesso Miyamoto, Kirby ottenne non solo il suo onorario e una barca nuova, ma il “battesimo” di Kirby, il bizzarro ometto a forma di pallina rosa di un altro franchise, col suo nome.

Donkey Kong poteva quindi veleggiare tranquillo, e Nintendo decise di tenersi JumpmanMr. Video come estemporanea mascotte. Ma il destino aveva qualcosa in serbo anche per lui.

Entra ora in scena Mario Segale, proprietario di alcuni magazzini noleggiati dal povero Arakawa, e qui la storia diventa duplice.

Secondo il resoconto di David Sheff in “Game Over: How Nintendo Conquered the World,” Arakawa era intento a discutere del futuro del franchise e cercava un nome internazionale per JumpmanMr. Video, quando Mario Segale entrò nei suoi magazzini vistosamente inca**ato e chiedendo a gran voce di vedere i suoi affitti saldati, fiutando la debolezza economica di Nintendo e ottenendo rassicurazioni sugli affitti insoluti, la futura solidità di Nintendo e incassando il nome del personaggio per se stesso.

Mario Segale, il "Primo Mario"

Mario Segale, il “Primo Mario”

Secondo il resconto del responsabile dei magazzini Don James l’esplosiva lite non è mai avvenuta, anzi Mario Segale era di fatto un criptide, una misteriosa entità che si palesava solo in modo indiretto per riscuotere gli affitti e nessuno aveva mai visto di persona, e quindi Arakawa trovò assai buffo dargli il volto di un personaggio da videogame.

In ogni caso, già nel 30mo anniversario del Franchise Nintendo confermò l’esistenza di Mario Segale, non di Luigi, e Segale da parte sua non confermò alcuna delle due versioni, limitandosi a celiare sul fatto che ora che Mario era diventato così famoso avrebbe potuto almeno ricevere qualche diritto di autore.

Jumpman divenne quindi Mario, e Donkey Kong ebbe uno spin-off.

E alla fine arriva Mario (1983)

Due anni dopo il successo epocale di Donkey Kong, Nintendo volle fare il bis. Nella nuova storia il protagonista era sempre Mario, alle prese non più con uno stizzoso e iracondo scimmione, ma alle prese con bizzarre tartarughine e altre creature che sbucano dai tubi.

Ora Mario è un idraulico di New York mandato col secondo giocatore (una versione a colori invertiti per essere identificata facilmente, nella storia diventata suo fratello Luigi) a frugare nei tubi per cercare di risolvere le otturazioni.

Mario Bros, 1983

Mario Bros, 1983

Otturazioni che si risolvono menando delle tartarughe, saltandogli addosso quando sono rovesciate e raccogliendo monete. Questo fu Mario Bros., primo titolo di una nuova saga (che però convenzionalmente, come vedremo, non è il titolo dell’anniversario) che introdusse alcuni dei nemici storici di Mario, suo fratello Luigi e lo rese un idraulico di New York.

A parte Segale, il motivo fu dato dal fatto che nella mente di Miyamoto New York doveva avere fogne labirintiche piene di mostriciattoli e i tubi verdi erano ispirati da quelli presenti in molte serie animate giapponesi.

Gameplay di Mario Bros.

Gameplay di Mario Bros.

Mario Bros. fu l’ultimo gioco della saga ambientato nel nostro modo, prequel diretto della saga di cui festeggiamo l’anniversario.

Ebbe uno spin off meno noto citato nel recente film cinematografico: Wrecking Crew (1985) con Mario carpentiere scontento.

Da Mario a Super Mario Bros. (1985)

Finalmente arriviamo a quaranta anni fa, col primo gioco apparso come esclusiva al lancio sulla console della casa (il NES) opposto a gioco nato arcade e su licenza e il primo gioco ambientato nel Regno dei Funghi.

La trama prevede il sequel diretto del gioco di due anni prima: Mario e Luigi scoprono che le creature che stavano intasando i cessi di New York venivano dal “Regno dei Funghi”, regno pacifico governato dalla saggia, bella e bionda Principessa Peach, prigioniera dell’enorme stregone/tartaruga Bowser che ha dominato con la magia il regno trasformando gli abitanti in oggetti inanimati.

Il coraggioso Mario ed il timido ma risoluto (solo quando suo fratello è in pericolo) Luigi decideranno quindi di saltare nei tubi e raggiungere il Regno dei Funghi, dove alla fine resteranno a vita come protettori ed eroi, per continuare a rintuzzare gli attacchi di Bowser.

Gameplay di Super Mario

Gameplay di Super Mario

Una volta scelto di rendere Super Mario Bros. il seguito di Mario, arrivò il Super: Mario può ora raccogliere dei fiori magici che gli danno il potere di ingrandirsi o sparare fiamme.

E di qui, il franchise che tutti amiamo era ufficialmente nato.

Siamo al motivo per cui il compleanno di Mario risale al 1985 e non al 1981: Super Mario Bros. è il primo gioco del franchise

  1. Nato come esclusiva NES/Famicom al lancio e mai (ufficialmente) portato su altre console;
  2. con tutte le meccaniche di gioco conservate nel resto della saga (power-up, divisione per Mondi/Livelli…)
  3. a spostare l’ambientazione da New York al Regno dei Funghi
  4. ad introdurre Bowser come nuova nemesi di Mario e Peach come nuovo interesse amoroso

Meccaniche che furono aggiornate nelle generazioni.

L’avventura continua (e arrivano i cloni)

Nel 1986 Nintendo diede un sequel a Super Mario Bros., chiamato Super Mario Bros. 2: For Super Players.

Fu l’introduzione del genere Kaizo Mario, ovvero lo stesso gioco rivisto con dinamiche che lo rendono assai più difficile e quindi emozionante. Nel caso di Super Mario Bros. si stabilì di modificare la fisica di Mario e Luigi (Luigi salta più in alto), introdusse un fungo velenoso che anziché fungere da Power Up cancella i Power Up e aggiunse enigmi e blocchi invisibili.

Era sostanzialmente Super Mario Bros. per i “Super Giocatori”, quelli che avevano ormai risolto (oggi diremmo “platinato”) il primo gioco e volevano nuove sfide, o quelli che si chiedevano perché i giochi arcade debbano essere più difficili di quelli da casa.

Super Mario 2 Giapponese, aka "The Lost Levels"

Super Mario 2 Giapponese, aka “The Lost Levels”

Problema: abbiamo visto agli Americani i giochi difficili non piacevano proprio.

Giocavano a casa per non dover vivere la frustrazione tipica del cabinato da sala giochi di morire ancora e ancora in stile Dark Souls. Nintendo of America cavò fuori una versione modificata del gioco Yume Kōjō: Doki Doki Panic, con Mario e Luigi al posto dei fratellini del gioco. Se in Doki Doki Panic i due fratellini Iraniani Poki e Piki finiscono nella Terra dei Sogni, e assieme al resto della loro famiglia dovranno salvare i Sogni del Mondo, nel Super Mario Bros. 2 Occidentale Mario si addormenta durante un picnic e il suo spirito sognatore viene trasportato nel mondo di Subcon, dove Mario “sognerà” di sconfiggere il tiranno degli incubi Wart con Luigi, Peach e il fedele Toad, il funghetto servitore di Peach

Doki Doki Panic fu scelto per la sua facilità, e alcuni mostriciattoli ricreati per esso, come le Bob-Bombe, Strutzi e i “Tipi Timidi”, ometti nascosti da un eterno parka tracimarono nel seguito della saga.

Il Super Mario 2 originale fu poi importato in USA come The Lost Levels, una “raccolta di livelli perduti”, antesignano del concetto di DLC per il primo gioco.

Super Mario 2 per gli USA

Super Mario 2 per gli USA

Il terzo gioco della saga per il NES, Super Mario Bros 3, che sarà anche l’ultimo sulla console originaria e il primo della quarta generazione (SNES) è invece un sequel diretto del primo che introduce nuovi power up (Mario Tanuki, Mario Rana…) ed estende il mondo del Regno dei Funghi aggiungendo i Bowserotti, fratellini figli di Bowser e intenti ad ereditare il business familiare della conquista.

Super Mario Bros 3 ebbe un lancio di eccezione: fu introdootto infatti nel film Il piccolo grande mago dei videogames del 1989 ancora prima di arrivare sugli scaffali, come “gioco inedito” che il giovane protagonista e la sua nemesi,  il ragazzino ricco e snob Lucas Barton, useranno per sfidarsi per il titolo di campione.

Super Mario Bros 3

Super Mario Bros 3

Questo film (ironicamente prodotto dalla Universal che voleva staccare la spina al Franchise) diventato un vero e proprio spot e manifesto della cultura nerd lanciò anche il Nintendo World Championship 1990, torneo ispirato alle gesta dei piccoli protagonisti che di fatto popolarizzò il concetto di sfide online e che vide tra le sue discipline proprio Super Mario Bros., Tetris e Rad Racer.

E stimolò il desiderio di cloni: nel 1987 lo studio tedesco Time Warp Productions e il publisher Rainbow Arts tirarono fuori un platform fortemente ispirato a Super Mario Bros. e sfacciatamente rivenduto come tale, con messaggi pubblicitari velatamente comparativi che descrivevano la superiorità delle sorelle rispetto ai “fratelli”, inteso come i “Fratelli Mario”

Immaginate andare al cinema e vedere un videogame mai apparso sugli scaffali prima

Immaginate andare al cinema e vedere un videogame mai apparso sugli scaffali prima

Anche in questo si riempiva un vuoto: Nintendo, da sempre severa guardiana delle sue proprietà intellettuali, non aveva mai creato o autorizzato un porting della saga di Mario per il Commodore 64, e quinddi Rainbow Arts creò un gioco partendo dalle Great Giana Sisters.

In questa versione le due sorelle Giana e Maria di Milano (sic!) vengono trasportate nel Mondo dei Sogni da un avido drago e devono combattere per svegliarsi e tornare nel mondo reale, ovvero in Lombardia.

Ovviamente Giana (o Gianna, il gioco non era chiaro…) e Maria erano “fortemente ispirate” a Mario e Luigi, il drago a Bowser e il Mondo dei Sogni al mondo dei Funghi della Principessa Peach.

Una leggenda metropolitana vuole Rainbow Arts trascinata in tribunale da Nintendo: in realtà per quanto Nintendo effettivamente contattò la concorrenza rilevando le estreme somiglianze non ci fu bisogno di adire i tribunali.

Del resto il primo capitolo di Great Giana Sisters era di fatto Super Mario reskinnato (come Mario Bros. a sua volta fu un “perduto gioco di Braccio di Ferro” reskinnato) con sprite diversi.

La saga delle Sorelle Giana continuò, e ad oggi Nintendo l’ha adottata e la vende come “alternativa indie” al suo gioco di punta. Mario apparì anche in Somari, improbabilissimo clone di Sonic (gioco SEGA) diffuso per il Dendy, il clone malfatto ma “di cuore” del FamiCom prodotto in URSS quando Nintendo non aveva distributori e interesse a distribuire i propri giochi da quelle parti.

Somari, orgogliosameente pubblicizzato sulla TV Russa...

Somari, orgogliosameente pubblicizzato sulla TV Russa…

Ironicamente Super Mario Bros. arriverà informalmente su Commodore 64 nel 2019, grazie al coder ignoto noto come “Zeropaige”. Una riproduzione fedele, fedelissima, che usa tutti i trucchi di programmazione noti e che, ovviamente, Nintendo non condona e i repository ufficiali di programmi per Commodore 64 non rendono scaricabile data la sua natura estremamente illegale.

A questo punto la storia di Mario diventa la storia di Nintendo e continua ad arricchirsi di nuovissimi dettagli, abbracciando i gimmick di ogni nuova generazione

L’avventura continua

Nel 1989 Mario diventa portatile e sbarca sul Game Boy con Super Mario Land, gioco che introduce il regno di Sarasadaland e la Principessa Daisy, nata come alternativa a Peach e divenuta la fidanzata storica e complementare di Luigi. Laddove Mario è un eroe senza macchia e senza paura e Peach una dolce principessa dal pugno di ferro in guanti di velluto, Luigi è ora un timido e dolce eroe spaventato a morte da tutto, ma in grado di risvegliare il suo coraggio quando chi ama è in pericolo e Daisy una principessa un po’ folle e stralunata, pazzerella e fuori dalle righe che con la sua esuberanza “completa” Luigi dandogli il coraggio necessario.

Ovviamente questo non accadde in Super Mario Land: lì Daisy serviva per essere “La Peach del GameBoy”, ma un sequel del gioco, ambientato nel 1993 introdusse un altro personaggio famoso, l’autonominatosi cugino malvagio di Mario, “Wario” (da “Warui Mario”, il “Mario Malvagio”).

Wario e Waluigi

Wario e Waluigi

Nella loro “lore”, storia, Wario e Waluigi sono bambini italoamericani cresciuti con Mario e Luigi, invidiosi della loro famiglia perfetta (ci torneremo) e per questo cresciuti per diventare l’opposto polare dei loro amichetti/cugini.

Laddove Mario è un eroe senza macchia e Luigi un puro di cuore, Wario è un arruffone violento e sbruffone e Waluigi un imbroglione furbettoo e tendente alla truffa.

Super Mario World per SNES introduce Yoshi, buffo dinosaurino cavalcabile e nuove meccaniche di salto, stabilizzando l’aspetto fisico che accompagnerà i personaggi per il resto della loro saga, e avrà un fortunatissimo spin off, Super Mario Kart dove, per qualcosa di completamente diverso, gli eroi ed i cattivi si sfidano in giocose gare di kart raccogliendo e lanciandosi tutti gli oggetti apparsi in Super Mario World.

Da sinistra a destra: Rosalina, Peach, Daisy

Da sinistra a destra: Rosalina, Peach, Daisy

Super Mario Kart introdurrà il tropo letterario “Andare a giocare a Kart con Bowser”, quando un nemico si comporta in modo amichevole e rispettoso fuori dai rispettivi ruoli e lancerà un franchise che ci ha portato dritti a Super Mario Kart World, titolo di lancio della Switch 2.

Da questo punto in poi, contare i molteplici giochi della saga diventa un obiettivo troppo ambizioso per questo articolo e ci limiteremo a ricordare alcuni che introducono le nuove performance delle console di lancio.

Super Mario 64 ad esempio sarà uno dei titoli che popolarizzerà il Nintendo 64 come console capace di gioco in 3D, seguito dopo una pausa di sei anni nella serie principale da Super Mario Sunshine per il GameCube.

Ultimo capitolo della Saga di Mario Kart

Ultimo capitolo della Saga di Mario Kart

La Wii nel 2007 porterà con sé il supercelebrato Super Mario Galaxy, con l’introduzione di una nuova principessa, Rosalina, un numero incalcolabile di rifacimenti ad ogni anniversario a eterno testamento della portata rivoluzionaria del gioco stesso, e la Switch porterà Super Mario Odyssey che farà buon uso dei controlli dei Joycon.

Nonché Super Mario Wonder, con nuovi emozionanti poteri e trasformazioni.

Super Mario Wonder

Super Mario Wonder

Altri giochi degni di nota il gioco di ruolo per SNES recentemete rifatto per Switch Super Mario RPG e saghe come Luigi’s Mansion, che vede Luigi diventare un improbabile acchiappafantasmi armato di un enorme aspirapolvere e la saga di Paper Mario, che vede i personaggi animati in uno stile bidimensionale che ricorda le bamboline di carta.

Sì, Mario è stato anche medico: Dottor Mario, 1990

Sì, Mario è stato anche medico: Dottor Mario, 1990

Una menzione speciale merita Mario’s Tennis, tentativo di lanciare il fallimentare Virtual Boy e che di fatto scomparirà con esso (per tornare, in nuova veste, l’anno dell’anniversario), rendendo la saga di Mario Tennis orfana del primo capitolo, o Dottor Mario, che vede Mario dimentarsi virologo per promuovere un clone di Tetris.

E questo è solo parte della lore.

Mario nel mondo dell’intrattenimento

Dal 1991 il doppiatore Charles Martinet è stato la voce ufficiale di Mario, doppiandolo in eventi pubblici come Mario in Real Time e tutti i giochi della saga fino al 2023.

Ma altri prodotti descriveranno la storia di Mario, come Super Mario Issun-Boshicorto di animazione che confonde la storia di Mario con quella di Pollicino rendendolo un bambino minuscolo che diventerà un eroe, il Super Mario Bros. Super Show, con Lou Albano e Danny Wells che interpretavano Mario e Luigi in live action per doppiarli in animazione e la celebre sigla Hey Paisanos! It’s Mario and Luigi Show! e il recente Super Mario Bros. Il Film, incidentalmente il pensionamento di Martinet.

Da qui sappiamo che Mario è un baffutissimo idraulico Italoamericano (ispirato a Mario Segale, ma coerente con le ambientazioni di New York) dal marcatissimo accento italiano che vive col fratello Luigi ed una famiglia allargata dove il padre Pio Mario e la sua pletora di cugini e parenti sono indecisi se criticare l’eroico sognatore o augurargli il meglio nella vita e nella sua carriera di eroe.

Hey Paisanos!

Hey Paisanos!

Idraulico per mestiere, Mario nasce come lo stereotipo di un Italoamericano buono: non un “Padrino alla Puzo”, ma un fiero amico della sua famiglia, onesto lavoratore e nobile di cuore.

Ruolo che Mario non avrà per sempre: nella sua “biografia ufficiale” viene inizialmente menzionato che i suoi mille impegni, tra cui salvare il Regno dei Funghi, le Galassie, giocare a Kart, scoprire tesori e persino curare malattie non gli lascia più tempo per il suo mestiere.

Una correzione successiva conferma però che Mario e Luigi sarebbero sempre pronti a tornare al lavoro, che ufficialmente non hanno mai lasciato: è solo che partecipare alle Olimpiadi, salvare interi multiversi e tutte le loro attività tendono a rubare loro tempo prezioso, e ormai comunque anche se loro vorrebbero poter tornare ad una vita pacifica di lavoro, il Regno dei Funghi li reclama.

Cosume alternativo per Pauline in Bananza

Cosume alternativo per Pauline in Bananza

Anche Pauline ha seguito Mario: ora è la sindaca di New Donk City, cittadina ispirata a New York dove il clan dei Donkey Kong vive in una riserva naturale protetta, col sospetto che la Pauline di Bananza, che più volte dichiara di aver imparato il bel canto da “Nonna Lady” potrebbe non essere una Pauline bambina, ma una nipote della prima Pauline dalla quale ha ereditato, a testamento delle origini della saga, un costume da Olivia.

Prima del film di animazione nel 1993 fu creato un terrificante film che reimmaginava il Regno dei Funghi come una distopia Cyberpunk e Bowser come un tiranno di un mondo parallelo, un malvagio industriale di una razza umanoide discesa direttamente dai dinosauri che cerca di controllare l’evoluzione stessa in un mondo oscuro di grattacieli e inquinamento, salvato dagli “Idraulici più famosi del nostro mondo” e, imperscrutabilmente, una versione battagliera e armata di Daisy al posto di Peach, innamorata del timido Luigi come da canon.

No, non lo fu

No, non lo fu

Il risultato fu criticato dagli stessi attori che vi hanno preso parte, Bob Hoskins in testa, e nonostante l’idea di un Super Mario “sporco e cattivo” dalle tematiche ambientaliste e Cyberpunk a parole potesse anche funzionare, di fatto fu uno dei fallimenti che ci privò per vent’anni della possibilità di avere un tentativo riuscito.

Quando Shigeru Miyamoto lo descrisse come

“Alla fine, è stato un progetto molto divertente in cui hanno messo molto impegno. L’unica cosa di cui ho ancora qualche rimpianto è che il film potrebbe aver cercato di avvicinarsi un po’ troppo a quello che erano i videogiochi Mario Bros. E in questo senso, è diventato un film che parlava di un videogioco, piuttosto che essere un film divertente in sé e per sé.”

Possiamo leggere nelle sue frasi una serie di eufemismi ben poco garbati e cordiali.

Mario: le fake news

Esistono una serie di fake news anche sul famoso idraulico: ad esempio una che vorrebbe le sue fattezze ispirate al Folco Lulli di Vite Vendute, film del 1953.

Ovviamente la somiglianza, e anche il fatto che in Vite Vendute Lulli interpreti un carpentiere Italiano di nome Luigi nemico dell’avido Mario è solo un caso dovuto al fatto che Mario e Luigi sono tra i nomi più comuni in Francia e Italia.

Folco Lulli in una nota fake news

Folco Lulli in una nota fake news

Come spiegato, Mario deve il suo aspetto al tentativo di creare un ometto iconico che possa essere raffigurato con ogni mezzo grafico, dai pixel alla grafica tradizionale, dalla grafica 3D al 2D senza mai perdere la sua iconicità.

Conclusione

Le avventure di Mario sostanzialmente non si interromperanno mai finché esisterà Nintendo.

Il Game&Watch anniversario con Super Mario e Super Mario The Lost Levels

Il Game&Watch anniversario con Super Mario e Super Mario The Lost Levels

Gli scorsi anniversari ci hanno regalato una riedizione dello storico Game&Watch con una filastrocca dedicata a Mario e il primo iconico Super Mario Bros. e una ristampa di Galaxy, questo ci dona un nuovo film di Mario in arrivo e una ristampa dei due Galaxy. E cosa altro potrà arrivare?

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