
Chiede il congedo per assistere il figlio disabile ma viene licenziata: "Ho perso tutto, non la dignità" (Foto Ansa) - Blitz Quotidiano
“Ho ricevuto la lettera di licenziamento di punto in bianco. Nonostante tutto quello che avevo costruito per l’azienda, di fronte alla situazione difficile che stavo attraversando, sono stata fatta fuori ingiustamente”. La denuncia arriva da una donna di 38 anni di Montebelluna, in provincia di Treviso, che sarebbe stata licenziata da una multinazionale tedesca dopo aver chiesto un periodo di congedo per assistere il figlio disabile. Il suo legale ha impugnato il licenziamento chiedendo l’annullamento del provvedimento e il risarcimento delle spese legali e dei danni subiti. La vittoria in primo grado c’è stata, ma la strada è ancora in salita, perché l’azienda ha impugnato il provvedimento.
Il licenziamento nell’autunno 2024
Tutto è iniziato nel settembre 2024, quando è arrivata la lettera di licenziamento. “Un mese prima avevo fatto sapere che sarei entrata in congedo straordinario, tempo che mi è consesso in quanto a mio figlio è riconosciuta la legge 104”, ha spiegato al Gazzettino. Al bimbo, nato nel 2021, è stata diagnosticata una grave patologia e ha bisogno di cure specifiche. L’anno successivo il piccolo era stato anche allontanato da scuola perché “gli insegnanti mi avevano detto che non sapevano come gestire la sua condizione”. A fronte di tutto ciò, considerando anche che la relazione col padre del bambino era finita, la mamma si è trasferita dalla Germania, dove era stata assunta, a Montebelluna, dove si trova la sua famiglia, considerando che poteva lavorare anche in smartworking. Ma anche questa modalità di lavoro si rivela per lei difficilmente gestibile. “Ho chiesto congedo, era un mio diritto”, ma l’azienda l’ha invece licenziata. “In questi mesi ho perso tutto, ma non la mia dignità”, ha concluso la 38enne.