Le Porte Segrete della Sfinge di Giza
La Grande Sfinge di Giza non è soltanto il monumento in pietra più enigmatico dell’antico Egitto, ma rappresenta anche uno dei simboli più potenti della civiltà umana. Lunga circa 73 metri, alta 20 e scolpita direttamente nella roccia calcarea della piana di Giza, la sua figura leonina con volto umano ha sfidato il tempo, le intemperie e le interpretazioni degli studiosi per oltre 4.500 anni.

La tematica che riguarda la Sfinge di Giza è una delle più affascinanti che riguarda il mondo antico, al punto che accanto alle analisi storico-archeologiche più tradizionali, esistono domande che resistono da secoli e che alimentano dibattiti e controversie: la Sfinge nasconde passaggi segreti? Quelle cavità e aperture visibili sul corpo sono semplici restauri oppure porte che conducono a stanze sotterranee? E se fosse così, cosa vi si troverebbe dietro?
In questo articolo esploreremo tutto ciò che si sa ufficialmente e ciò che è stato ipotizzato da ricercatori indipendenti ed esoteristi.

Porte Segrete della Sfinge
Osservando attentamente la Sfinge, soprattutto in fotografie storiche, si nota che non è una statua monolitica “liscia”, ma presenta una serie di cavità e aperture. Alcune di esse sono state documentate con precisione.
La botola sul dorso
Sul retro, tra le spalle, è presente una cavità rettangolare che in passato era chiusa da un coperchio di pietra o legno. Questa apertura conduce a una camera verticale molto stretta, una sorta di pozzo scavato nella roccia.
Gli egittologi ritengono che sia stata realizzata in epoca tarda, forse dai Romani, per ispezioni o restauri. Tuttavia, la sua posizione centrale sul corpo ha alimentato ipotesi di corridoi che si dipanano verso l’interno.

Il foro sulla testa
Vecchie immagini, risalenti al XIX e all’inizio del XX secolo (foto mostrate sopra), mostrano un’apertura in cima alla testa della Sfinge. Alcuni la interpretano come l’alloggiamento di una corona o di un diadema regale.
Ma per altri ricercatori, quel foro sarebbe stato l’imbocco di un condotto, forse occluso nel corso dei secoli. C’è chi sostiene addirittura che fosse un collegamento diretto verso camere sottostanti.
Cavità sulle zampe e ai lati
Durante restauri e consolidamenti, specialmente nel corso del XX secolo, sono stati aperti varchi laterali per ispezionare la struttura interna. Anche qui, la distinzione tra cavità antiche e moderne non è sempre chiarissima.
Per alcuni, le aperture visibili oggi sulle zampe non sono altro che segni degli interventi conservativi. Per altri, invece, indizi di un reticolo sotterraneo più ampio.
La posizione ufficiale degli archeologi
Il punto di vista ufficiale, rappresentato soprattutto da studiosi come Zahi Hawass, è netto: la Sfinge non contiene camere interne.
Secondo questa prospettiva: le cavità note sono superficiali e non conducono a nulla, le anomalie rilevate dai radar attorno al monumento non sono che discontinuità naturali del terreno, inoltre non ci sono prove concrete di gallerie o biblioteche nascoste.
Tuttavia, negli anni ’90, indagini con strumenti geofisici condotte dal team di Thomas Dobecki e John Anthony West (quest’ultimo noto per la teoria dell’erosione da acqua) mostrarono anomalie sotto la zampa destra della Sfinge: uno spazio rettangolare e vuoto, distinto dal resto del sottosuolo.
Le autorità egiziane hanno sempre sostenuto che si tratti di camere naturali. Ma il fatto che gli scavi in quella zona siano stati più volte rimandati o vietati ha alimentato ulteriormente il sospetto che non si voglia rivelare tutto.
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Le leggende della “Sala delle Registrazioni”
Molte tradizioni esoteriche, ermetiche e teosofiche affermano che la Sfinge custodisce la cosiddetta Sala delle Registrazioni, un luogo sotterraneo dove sarebbero conservati documenti e conoscenze provenienti da Atlantide o da civiltà antidiluviane.
Questa leggenda è stata resa famosa dal veggente americano Edgar Cayce negli anni ’30, che nelle sue trance affermò che sotto la Sfinge, vicino alla zampa destra, sarebbe stata scoperta una biblioteca contenente la storia completa della razza umana, inclusa la caduta di Atlantide.
Secondo Cayce, la scoperta sarebbe avvenuta tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI. Ad oggi, ufficialmente, nessuna sala è stata trovata. Ma per i sostenitori delle teorie alternative, le anomalie georadar rappresentano proprio un indizio della sua esistenza.
Testimonianze storiche e antiche cronache
La Sfinge ha sempre colpito viaggiatori e cronisti. Già gli Arabi medievali raccontavano di passaggi nascosti e porte che conducevano a gallerie sotterranee. Alcuni resoconti descrivono cunicoli che partivano dal dorso e scendevano verso stanze segrete.
Anche durante le prime esplorazioni occidentali dell’Ottocento, diversi ricercatori segnalarono aperture visibili, poi progressivamente chiuse o restaurate.
Un caso curioso è quello di Giovanni Battista Caviglia, esploratore italiano che nel 1817 condusse scavi intorno alla Sfinge. Egli trovò varie cavità e ne segnalò la presenza, ma i suoi appunti sono spesso poco dettagliati, lasciando spazio a varie interpretazioni.
Ipotesi di collegamenti sotterranei
Molte teorie suggeriscono che la Sfinge non sia un monumento isolato, ma parte di un sistema sotterraneo più complesso, con gallerie che la collegherebbero alle Piramidi di Giza, al Nilo e a templi sotterranei oggi sepolti.
Alcune indagini geologiche sembrano effettivamente rilevare cavità e corridoi sotterranei nella piana. Tuttavia, la mancanza di scavi sistematici e trasparenti lascia la questione sospesa.
Gli enigmi irrisolti (alcune domande da porsi)
Perché esistono cavità in punti così specifici (dorso e testa)?
È raro che monumenti di quella scala abbiano fori casuali. Potrebbero avere avuto funzioni simboliche o pratiche?
Perché alcune indagini geofisiche non sono state seguite da scavi pubblici?
Il timore di danneggiare il monumento è una spiegazione valida, ma non esclude il sospetto di censure.
Perché leggende così precise, come quelle di Cayce, si legano proprio alla zampa destra della Sfinge, dove i radar hanno rilevato anomalie?
Il contrasto tra la posizione ufficiale e le ipotesi alternative rende la Sfinge una delle icone mondiali del mistero. La scienza archeologica tende a ridurre il tutto a restauri e cavità secondarie. Le teorie misteriche vedono invece la prova di una conoscenza perduta, volutamente nascosta al pubblico.
La verità, come spesso accade, potrebbe collocarsi a metà: alcune aperture potrebbero davvero essere antiche e funzionali a passaggi oggi ostruiti, senza necessariamente condurre a una biblioteca atlantidea. Ma solo indagini approfondite e trasparenti potrebbero chiarire definitivamente.
Conclusione
Sopra e dentro la Sfinge di Giza non ci sono semplici restauri: ci sono aperture reali, documentate, che conducono a cavità tuttora enigmatiche. La posizione ufficiale parla di passaggi superficiali, ma le anomalie rilevate dal georadar e le leggende antiche mantengono viva la possibilità di scoperte sensazionali.
Finché non verranno condotti scavi senza restrizioni e resi pubblici i risultati, la domanda resterà aperta: le “porte” della Sfinge sono semplici dettagli architettonici o i varchi verso un sapere antico, celato per millenni sotto la sabbia?
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