Portare il deficit italiano sotto la fatidica soglia del 3% del Pil già quest'anno non è più solo un auspicio, ma diventa per Giancarlo Giorgetti una prospettiva concreta: "è possibile", ha spiegato, e soprattutto sarebbe "un'opportunità storica" da cogliere per uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo aperta da Bruxelles sull'Italia.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivendica intanto la linea dell'esecutivo, dopo la promozione arrivata nella notte da Fitch: "Conferma che il percorso del nostro governo è quello giusto", ha detto la premier. Conti in ordine, responsabilità nelle scelte, stabilità politica e crescita dell'occupazione: questi i cardini che, secondo Palazzo Chigi, hanno riportato fiducia nei mercati internazionali. "Non slogan ma risultati concreti", secondo Meloni. Convinta che il riconoscimento delle agenzie di rating dia ora ulteriore slancio all'azione del governo. Sullo sfondo, il lavoro "per fare sempre di più, per l'Italia e le sue famiglie".
A margine dell'Ecofin informale di Copenaghen Giorgetti ha ribadito che l'uscita dalla procedura per deficit (Edp) "è interesse del Paese". "Non c'è nessuna fantasia", ha replicato a una domanda sull'ipotesi che che l'Italia possa anche andar sotto la soglia del 3% fissata dai Trattati già per fine 2025. Fitch per ora nel promuovere il rating dell'Italia ha parlato di una stima del disavanzo italiano al 3,1% a fine anno e comunque già sotto il 3,3% delle proiezioni del Mef. "Se avremo l'opportunità di uscire" della procedura "sarà nostro dovere coglierla", ha detto il ministro.
I dati Istat dei prossimi mesi saranno decisivi ha spiegato, ma il traguardo è a portata. Dalla Ue il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis ha anche segnalato di "accogliere con favore" l'ambizione italiana: "Se l'Italia porterà il deficit sotto il 3% del Pil, allora la procedura per disavanzo eccessivo potrà essere abrogata. In ogni caso, normalmente effettueremo questa valutazione nel ciclo del Semestre europeo di primavera". Secondo quanto apprende l'ANSA, la Commissione sarebbe pronta a favorire l'uscita dell'Italia dall'Edp, con una certa discrezionalità sulle regole del 'braccio correttivo' del Patto di stabilità, che prevedono per la conclusione della procedura che ci siano anche proiezioni future del deficit pubblico sotto il 3% 'credibili e sostenibili'. In questo modo Bruxelles aprirebbe la strada, se il governo la chiedesse, all'attivazione italiana della clausola nazionale di salvaguardia per le spese destinate alla difesa (opzione esclusa in Edp, come evidenziato dal ministro stesso mesi fa). Quanto alla promozione del rating da parte di Fitch, per Giorgetti è "un premio al Paese, alle imprese e alle famiglie". "L'Italia è sulla strada giusta, esempio di buon governo in un contesto internazionale difficile", ha rivendicato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. "E' la certificazione del lavoro costante di tutta la squadra del Governo Meloni", ha segnalato il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida: "l'Italia è tornata credibile, affidabile per gli investitori, solida politicamente". Grazie a Fitch ci potrà essere anche un risparmio sul costo del debito ma dipenderà anche dai tassi di interesse, ha ricordato Giorgetti chiedendo aperture in tal senso a Francoforte: nel "rispetto" delle prerogative Bce, "un taglio sarebbe benvenuto".
La presidente dell'istituto centrale Christine Lagarde ha intanto ribadito di aver centrato l'obiettivo sull'inflazione, restando prudente sul quadro economico internazionale. Nel dibattito interno sulla manovra, il ministro frena su illusioni di nuovi spazi di spesa. "Non c'è nessun tesoretto", ha detto. Sul taglio delle aliquote Irpef "il governo ha degli obiettivi" ma io "ho anche la responsabilità di tenere il sentiero in sicurezza". Giorgetti ha aperto poi a nuove misure di "pace fiscale" avvertendo: "per chi non vuole la pace ci sarà un po' di guerra". Quanto ai partiti: "Li accontenteremo, ma senza mettere a rischio il bilancio dello Stato". Tra i nodi attesi dalla legge di bilancio resta intanto la questione casa, con Confedilizia che sollecita incentivi e garanzie.
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