Una 'gold card' da un milione di dollari e una tassa da 100.000 dollari sui visti per i lavoratori altamente qualificati, usati prevalentemente della Silicon Valley. Con una nuova stretta in nome dell'America First, Donald Trump ridisegna il sistema dell'immigrazione degli Stati Uniti, che diventano sempre più un paese per ricchi.
Le nuove misure puntano - secondo l'amministrazione - a far sì che chi arriva nel paese abbia un talento vero. "O la persona è molto preziosa per l'azienda e l'America, oppure se ne andrà. Basta con l'assurdità di permettere di entrare con visti che sono stati dati via gratuitamente", ha detto il segretario al commercio Howard Lutcnick, prevedendo fino a 100 miliardi di nuove entrate per il governo americano. La tassa da 100.000 dollari sui visti H-1B - da pagare ogni anno - è stata istituita per smantellare un sistema da tempo nel mirino del presidente e usato, a suo avviso, per evitare di assumere lavoratori americani facendo arrivare personale a basso costo dall'estero. Al momento per registrarsi alla lotteria per ottenere un visto H-1B si pagano 215 dollari, ai quali si aggiungono altri 780 dollari per le aziende che sponsorizzano il richiedente.
Lo scorso anno sono state approvate 400.000 richieste per i visti H-1B, di cui l'India è la maggiore beneficiaria. La stretta rischia quindi di esacerbare ulteriormente i rapporti già tesi fra Washington e New Delhi dopo i maxi-dazi imposti da Trump per gli acquisti di petrolio russo. I visti per i lavoratori altamente specializzati hanno diviso l'amministrazione fin dall'inizio: molti - fra in quali Trump, Lutnick e l'alleata del presidente Laura Loomer - volevano una stretta, mentre altri li hanno difesi a spada tratta perché essenziali per il successo tecnologico dell'America. Ad appoggiarli a gran voce è stato Elon Musk, la cui uscita ha indebolito il fronte dei sostenitori spianando la strada alla nuova tassa. Amazon è il colosso che fa più affidamento sui visti H-1B: alla fine di giugno aveva 10.000 lavoratori che li usavano. Ne hanno oltre 5.000 Meta e Microsoft mentre Google e Apple ne hanno più di 4.000.
Per chi vuole entrare negli Stati Uniti Trump ha varato anche altri costosi programmi. Il presidente ha infatti lanciato la gold card da un milione (la cifra sale a due se a sponsorizzare è un'azienda) per ottenere visti accelerati: la base di riferimento è quella della 'green card' e infatti verranno usate le stesse categorie per stabilire se si tratta di una persona di "straordinarie capacità". L'amministrazione sta anche valutando una "carta platino" per cinque milioni di dollari che consentirà a chi la richiede di restare negli Stati Uniti per 270 giorni l'anno senza essere soggetto alle tasse sul reddito non statunitense. La stretta presidenziale ai visti potrebbe divenire oggetto di una nuova battaglia legale, soprattutto perché i prezzi dei visti sono stabiliti dal Congresso. Per Trump quindi si apre un possibile nuovo scontro che, come molti di quelli già avviati dal presidente, rischia di arrivare alla Corte Suprema.
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