In partenza con il suo Air Force One per il funerale di Charlie Kirk, poche parole di Donald Trump fanno tirare un sospiro di sollievo all'Europa: gli Stati Uniti aiuteranno la Polonia e i Paesi Baltici a difendersi in caso di escalation della Russia.
Si guarda ai fatti, ma intanto le dichiarazioni del tycoon provano a dissipare i timori tra gli alleati occidentali, messi a dura prova dalle provocazioni di Mosca sul fianco est del continente. Dopo lo sconfinamento di tre Mig in Estonia, resta infatti alta la tensione ai confini con la Russia: anche i caccia britannici della Raf hanno effettuato la loro prima sortita in Polonia venerdì, nell'ambito della missione Sentinella dell'Est della Nato. E domenica mattina, l'aeronautica militare tedesca ha fatto decollare due Eurofighter per seguire un aereo militare russo IL-20M "privo di piano di volo o contatto radio", entrato nello spazio aereo neutrale sopra il Mar Baltico.
Le parole di Trump giungono mentre continuano a fare notizia le divisioni all'interno del fronte occidentale: si rincorrono sui media indiscrezioni secondo cui l'amministrazione Usa è intenzionata a frenare sulle forniture di armi agli europei e a tagliare parte dell'assistenza di sicurezza agli Stati baltici.
Compresa l'Estonia, minacciata nei giorni scorsi dallo sconfinamento di tre Mig russi nel suo spazio aereo. A questo proposito, Tallinn ha annunciato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione di emergenza lunedì.
È la prima volta in 34 anni di appartenenza dell'Estonia alle Nazioni Unite che il paese, membro dell'Ue e della Nato, ha richiesto ufficialmente una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza.
Il suo ministro degli Esteri Margus Tsahkna ha affermato che la provocazione di Mosca è "parte di un più ampio schema di escalation da parte della Russia". Secondo il presidente ceco Petr Pavel, a queste violazioni "dobbiamo rispondere in modo appropriato. Anche abbattendo gli aerei russi, se necessario".
In tema di risposte, l'Occidente è sempre più convinto che la strada delle sanzioni sia l'unica percorribile: "Contiamo sul fatto che il 19esimo pacchetto dell'Ue sia davvero doloroso e che gli Stati Uniti si uniscano agli europei", ha ribadito ancora una volta Volodymyr Zelensky. Ma per sbloccare le misure americane, Trump chiede prima che tutti i Paesi Ue - Ungheria e Slovacchia comprese - abbandonino le forniture energetiche di Mosca.
"Gli europei comprano petrolio dalla Russia. Questo non dovrebbe accadere" e "non lo consentiremo a lungo", ha detto senza mezzi termini il tycoon. "Sono molto deluso da Putin", ha ribadito il presidente americano secondo cui "muoiono fra le 5.000 e le 7.000 persone a settimana senza alcuna ragione".
In risposta, il Cremlino ha ribadito che le sanzioni e "la strada della repressione della Russia in ogni ambito" "non facilitano la risoluzione" del conflitto. E lo zar "rimane interessato e aperto a portare l'intera questione ucraina a una conclusione pacifica", accusando gli europei - e in particolare il Regno Unito appena visitato dal tycoon - di fare "tutto il possibile per alimentare l'escalation e prolungare la guerra".
Quello delle sanzioni sarà sicuramente un tema centrale nei colloqui bilaterali in programma a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, a partire da quello tra Trump e Zelensky dove si affronterà anche la questione delle garanzie di sicurezza Usa per Kiev, ancora avvolte nell'incertezza.
Secondo il presidente finlandese Alexander Stubb, "devono essere un deterrente plausibile. E per essere plausibile, deve essere un deterrente forte". Per esserlo, secondo Stubb, il piano deve prevedere che i paesi europei firmatari siano pronti a combattere contro la Russia se in futuro Mosca dovesse nuovamente intraprendere un'azione militare contro l'Ucraina, affiancando questo principio a un "backstop americano" che dia una forza concreta al piano. E' proprio su questo punto che Zelensky - con l'Europa - proverà a ricevere chiarimenti da Trump.
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